LA DIVISIONE LITTORIO



LA DIVISIONE LITTORIO IN DIFESA DEI CONFINI OCCIDENTALI
Bruno De Padova
 
 
    Quest’anno, per documentare con compiutezza di sintesi storica l’essenza dei ‘seicento giorni’ di coerenza politica, di responsabilità civile e di genuino spirito di sacrificio vissuti con abnegazione patriottica dagli Italiani che condannarono senza titubanze l’infamia della capitolazione al nemico l’8 settembre 1943, e per cancellare senza titubanze anche il disonore arrecato alla nostra Nazione dal tradimento dei Savoia, di Badoglio e di altri loro complici massoni o neo-antifascisti nei confronti degli alleati d’Europa e di quelli della Grande Asia, l’Associazione Arcangelo Michele - in collaborazione con l’editrice Ritter s.a.s.- ha illustrato e divulgato il messaggio di valore inestinguibile trasmesso dai diversi protagonisti della Repubblica di Mussolini al le nuove e future generazioni, cioè d’una dottrina dotata d’autentici contenuti etici e che, intitolata ‘R.S.I.—REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945’, specifica i molteplici e sempre validi aspetti e realtà della rivolta ideale dei nostri Soldati e di molti cittadini contro la resa incondizionata (‘convenzione’ rivelatasi poi forcaiola) al multicolore esercito degli invasori anglo-statunitensi, un’opzione eroica compiuta per il riscatto dell’Onore della Patria affinchè (è doveroso ribadire nuovamente quanto precisò in quell’ora terribile il comandante Junio Valerio Borghese) ‘in ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire, ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore’, dato che UNA GUERRA SI PUO’ PERDERLA CON DIGNITA’ E CON LEALTA’, mentre ‘LA RESA E IL TRADIMENTO BOLLANO PER SECOLI UN POPOLO DAVANTI AL MONDO’, realtà drammatica ed ineluttabile che tutti i neo-democristiani della cosiddetta Alleanza Nazionale (quell’agglomerato di compromessi del peggiore opportunismo escogitato a Fiuggi) preferiscono ignorare o su cui tergi versano per il vizioso camaleantismo d’utilità demagogica a cui sono soggetti.
    Rammentiamo però, che i neo-badogliani del post-Fiuggi stanno politicamente precipitando in quella bolgia dantesca del loro ‘male assoluto’ che, in nessun caso, può riguardare la R.S.I., cioè ‘UNA REPUBBLICA NECESSARIA’, quella particolareggiata da Piero Pisenti nell’omonimo volume da lui documentato (Ediz. Volpe, 1977) per la sua funzione effettiva di tutela e di estrema difesa degli interessi della nostra Patria e dei suoi cittadini DINANZI A TUTTI GLI STRANIERI, salvaguardia che ebbe in Benito Mussolini il più tenace sostenitore.
    Alle Forze Armate della R.S.I. aderirono e giurarono fedeltà oltre ottocentomila uomini, tra i quali 304 generali, 62.202 ufficiali, 400mila soldati dell’Esercito Nazionale Repubblicano, 26mila dipendenti della Marina Militare, 73mila avieri dell’Aeronautica Naz. Rep., 25mila marò della XA Flottiglia Mas, 148mila militi della Guardia Naz. Rep. (GNR), 50mila artiglieri della Contraerea, 3Omila volontari del Corpo Ausiliario Camicie Nere (BB.NN.), 18 volontari nella Legione ‘SS’ Italiana, 11.445 donne nel SAF (Servizio Ausiliario Femminile), cinquemila Fiamme Bianche o di gruppi giovanili inquadrati in regolari Reparti militari, oltre centomila soldati operanti nell’Egeo- in Grecia, nella Francia, nella Russia ecc. . I Caduti furono 28.350, i feriti 47.750, i dispersi 55.750 per un totale di 131.850 unità, ma ciò fa riferimento soltanto ai dati statistici delle FF.AA. della RSI sino al 31 marzo 1945, mentre nel periodo di aprile e nelle settimane successive alla cosiddetta ‘liberazione’ la quota di martiri, di vittime e di scomparsi crebbe in misura impressionante. 
    E’ sul solco di tanta magnanimità del Soldato italiano che Giuseppe Rocca nel 1988 tracciò lo schema militare delle FF.AA. della RSI attraverso il libro ‘CON L’ONORE, PER L’ONORE’ (Greco & Greco Editori s.r.l.) in cui a pag. 31 (Cap. 30) espone la formazione nel Terzo Reich - in base agli accordi tra il gen. Keitel e il maresciallo Graziani di quattro Divisioni RSI seguendo i sistemi d’armamento e d’addestramento germanici, perfezionamenti che si svolsero ad Heuberg per la Div. ITALIA (Bersaglieri), a Grafenwohr per la FM. SAN MARCO, a Munsingen per gli Alpini della MONTEROSA e, infine, a Sennelager (Nord Paderborn) per la LITTORIO, composta dal 30 Rgt. Granatieri, dai 40 Rgt. Alpini, dal 20 Rgt. d’Artiglieria e da altri Reparti con specializzazioni di sostegno, unità militare composta da 18.500 soldati di cui, il 7 aprile 1944, assunse il comando il generale Tito Agosti, marchigiano, pluridecorato al V.M. e già ferito nella ‘Grande Guerra’ del 1914-1918, poi combattente in Africa settentrionale e dove venne catturato dagli inglesi nella prima parte del 20 conflitto mondiale, segregato in India, ma rilasciato per scambio di prigionieri e di feriti prima dell’armistizio, circostanza che gli permise - dopo l’8 settembre - di aderire senza indugio alla Repubblica Sociale. 
    Sulle attitudini eccellenti del gen. Tito Agosti - analoghe per virtù a quelle dei comandanti Guido Mainardi (Div. Italia), di Mario Canoni (Monterosa) ed Amilcare Farina (FM-San Marco) - è il periodico ACTA (Anno VIlI0 - n02 - maggio/luglio 1944), portavoce dell’istituto Storico della RSI, diretto da Antonio Conti e con sede a Cicogna-Terranuova Bracciolini (AR), che alle pagine 4 e 5 pone in risalto le sue caratteristiche distintive, specificando come il gen. tedesco Rudolf Tschudy - responsabile dei DVK 181 per l’addestramento in Germania e per il collegamento in Italia di tale Grande Unità dopo il suo rientro segnalò (Mil. Studies D-032) all’OKW che ‘Agosti ha provveduto in modo meraviglioso ai bisogni della sua truppa come mai aveva fatto prima un generale italiano. Egli stesso era quotidianamente presso i suoi soldati nelle postazioni, sempre salutato da loro con gioia e sempre pronto ad ascoltare i loro desideri grandi e piccoli. A Cuneo (dove la ‘Littorio - insieme alla ‘Monterosa - fu presente con diversi reparti della RSI) ha aperto un hotel dove gli italiani hanno vissuto liberamente quattordici con i soldati a riposo’
    Prima di rilevare la tenacia con cui i combattenti della ‘Littorio’ difesero le Alpi occidentali dall’autunno 1944 all’inizio di maggio 1945 - in valida collaborazione con la Div. Alpina ‘Monterosa, con il LXXV0 Korps germanico dei gen. Schiemmer, assieme ai Btg. Folgore, Moschettieri delle Alpi, IX Settembre, Waffen SS Italiane ecc. - è doveroso dettagliare anche con quale capacità il gen. T. Agosti s’adoperò per evitare che le truppe ai suoi ordini venissero coinvolte nel dramma della ‘guerra civile’ fomentata dal nemico insieme agli antifascisti dopo l’8 settembre e, nel volume 20 (L’ultimo Mussolini) del ‘CONTROMEMORIALE’ - Edizione di Illustrato, 1952 l’autore e storiografo Bruno Spampanato a pag. 469, nell’   Appendice storica, evidenzia una lettera del maresciallo R. Graziani, da Roma (Celio) in data 29.7.1950, che ribadisce quanto ‘le mie Divisioni schierate a difesa del territorio della Patria (la ‘Littorio’ fu dislocata dai monti del la ‘Provincia Granda’ al Piccolo S.Bernardo e nella Valle d’Aosta) se venivano attaccate alle spalle avevano il diritto di difendersi. Non "ricerca del partigiano" dunque,ma "legittima difesa".
    Altresì, fa notare il libro ‘I CADUTI DELLA R.S.I./ CUNEO E PROVINCIA 1943-1946’, edito nel 2001 da NovAntica Editrice per l’Assoc. Amici di Fra Ginepro ed a cura di Emilio Scarone e di Ernesto Zucconi, che il ‘Presente alle bandiere’ in tale territorio fu per 1617 (milleseicentodiciassette) Caduti e inerente l’elenco di militari, civili e ferrovieri in servizio fino al 25.04.1945, nonchè per i trucidati dopo tale data (circa quattrocento), tra i quali centotredici della ‘Littorio’. A pag. 298 di quest’opera è riprodotta la corrispondenza ‘Al di là della prima fila di montagne c’è la linea’ di Vanni Manfredi dalla fronte/zona d’operazioni della divisione di Agosti e pubblicata da IL PIEMONTE REPUBBLICANO del 30 dic. 1944, mentre a pag.298 eccone un’altra, ‘Coi militi della Littorio nei posti avanzati di frontiera’ di Franco Bertaina, per il medesimo giornale in data 6 genn. 1945. Il libro di Scarone e Zucconi è stato dedicato però, alla coerenza d’un esemplare ‘piccolo Alpino’, al quindicenne Virgilio Ferrari, portaordini della Div. Alp. ‘Monterosa’ (10 Rgt., Btg. Aosta) che, imprigionato dai partigiani dopo il 25 aprile, venne ammazzato - insieme ad altri tre commilitoni - l’8 maggio 1945 nel Rifugio C.so Gesso di Cuneo. 
    Proseguiamo nella realtà eroica dell’impegno operativo della Div. Granatieri ‘Littorio’ - dalla sua formazione a Sennelager (D) il 7.4.1944 alla conclusione dei combattimenti sulle Alpi occidentali nei primi giorni di maggio 1945 - attraverso la documentazione perfezionata da Giorgio Pisanò nel 1967/69) con l’opera ‘GLI ULTIMI IN GRIGIOVERDE - STORIA DELLE FF.AA. DELLA R.S.I.’ (Editrice FPE, Milano) in cui nel vol. 1° - cap. XVI, pag. 361 e successive - viene specificato lo stile etico del suo comandante: "Quando nel campo di concentramento di Coltano le porte si stavano schiudendo per la quasi totalità dei prigionieri e si profilò agli ufficiali comandanti, e per quelli di grado elevato, il processo, a coloro che andarono per salutarlo per il commiato, il generale Agosti disse: IO NON PERMETTERO’ CHE UNA BANDA DI TRADITORI MI PROCESSI PERCHE’ RISPONDA DEL MIO OPERATO. Quella frase trovò, qualche mese dopo nei carcere militare di Forte Boccea in Roma, la sua completa e tragica spiegazione allorchè Tito Agosti si tolse la vita. Solo, ma onorato, Tito Agosti raggiunse così il 27 gennaio 1946 i Caduti della sua Divisione.La sua volontà, il suo spirito avevano ottenuto ragione dell’avversario ancora una volta. Il generale era un puro e da puro si diede la morte’. 
    Sulla fronte delle Alpi occidentali la ‘Littorio’ assunse la linea di combattimento il 3 dic. 1944 e la sua dislocazione si snodò dal Col del Ferro e dal Passo del Puriach alla Valle Susa e sopra Bardonecchia, operò in collaborazione con i Bgt. Alpini e d’Artiglieria da Montagna ivi dislocati della ‘Monterosa’, s’estese in Val d’Isère, sul Piccolo S.Bernardo ed a Col de Seigne. Ovunque impedì che le truppe statunitensi e quelle francesi degaulliste potessero penetrare e poi dilagare nel Piemonte e nell’Aostano. 
    Di ciò fornì un’ampia relazione l’ILLUSTRAZIONE ITALIANA del 31.12.1944, e redatta dal corrispondente di guerra Giuseppe Rolandino (dirigente dell’UDOF, l’Ufficio d’orienta mento fascista della ‘Littorio’) che delineò la robustezza tattica di quest’unità repubblicana. Sul settimanale GLADIO, del 10 genn. 1945, il corrispondente Vittorio Bonicelli precisò che ‘gl’italiani non sanno, e perciò difficilmente possono rendersi conto, di quali immensi sacrifici si componga la vita del soldato della ‘Littorio’ quassù sulle Alpi, da quale immensa fede essi siano sorretti, e quale valore abbia la loro vigile presenza sugli estremi confini della Patria e noi indichiamo - ad esempio - la strenua capacità di resistenza al nemico dei mille granatieri del magg. Manlio Gigliotti tra Primardo e l’Argentera, i quali per il sacrificio di Innocente Saibene (decorato con medaglia d’Argento alla memoria) assunsero il motto ‘Il primo muore ma non ripiega’. Segnaliamo che nella valle del Gesso gli uomini del magg. Bruno Grisi costrinsero i degaullisti della vai Vesubie ad annullare qualsiasi iniziativa d’attacco. Al ‘fortino 32’ di Colle Ciniegia, il cap. Calabrò, il maresciallo Colombo e altri granatieri vennero decorati di medaglia d’Argento ai V.M. per avere sbaragliato in dodici l’attacco d’un intero battaglione francese. 
    Per sgretolare le invenzioni della mitologia antifascista è congruo considerare il libro ‘UNA VALLE, UN REGGIMENTO’ di Silvia Mengoli (editrice Lo Scarabeo, 1997, Bologna) inerente la difesa della Valle d’Aosta compiuta nel 1944-1945 dal 40 Rgt. Alpini della ‘Littorio’, reggimento agli ordini del col. Armando De Felice. E’ un canto di verità che, nell’introduzione, riporta da ‘IL BORGHESE’ del 13 maggio 1965 l’articolo "La Valle d’Aosta, i francesi e i partigiani" scritto da Piero Capello e in cui conferma che soltanto la presenza delle ‘penne nere’. di De Felice, del Btg. Paracadutisti ‘Folgore’ del magg. Sala, della 12A batteria del Grp. Art. Mantova della Div. ‘Monterosa’, della III Bnigata Nera ‘Emilio Picot’ ecc. vietarono ai francesi degaullisti d’impadronirsi della vallata e, a conferma di ciò, ecco il n01 (Anno XI) di ACTA - il periodico dell’Istituto Storico della RSI già indicato - del gennaio-marzo 1997 che a pag.7, che dalle memorie belliche di Giovan Battista Coccia, precisa che sino alle ore 10.30 del 5 maggio 1945 alla batteria fissa da mm. 75/27 posta sulla Chaz-Dura,a due Km. dal M.te Belvedere (2641 slm) ed a 3 dal Piccolo S.Bernardo (2188 slm) i ‘pezzi’ della Littorio impedirono al nemico d’avanzare. L’artigliere alpino Coccia, d’origine ciociara, appartenente al 1° Grp. Art. Alp. Gran Sasso, nei suoi diari specificò che sul piano militare la sua batteria rappresentò non solo l’ultima ‘molestia’ ai franco-statunitensi di Bourg St. Maunice, ma impedì l’accesso degaullista ad Aosta prima dell’occupazione del 110 Usa Corps e, nel contempo, sbarrò la strada ai compari di Juin, il comandante dei ‘marocchini’ d’Esperia, dove la quasi totalità della donne di ogni età venne violentata dai brutali e crudeli invasori". La Div. Littorio e il suo comandante gen. Agosti, con tutti i suoi uomini, con i propri Eroi, con ogni Caduto s’inserirono con gloria nella realtà storica della R.S.I., realizzarono con coscienza l’appello di Padre Tozzi il cappellano militare di questa Grande Unità - che sulla fronte aostano raccomandò agli ufficiali e ai soldati: ‘Alzatevi camerati e amici e rimanete in alto. Sulle nostre cime non vi sono nebbia, nè fango,nè mosche’
E’ un canto, è l’inno che eleva e accomuna i giusti al Signore delle cime.
 
 
ITALICUM Ottobre 2004 (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)

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