RECENSIONI DI LIBRI SULLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA - 1993

 
    Tema di queste recensioni è la Repubblica Sociale Italiana. Le recensioni, inizialmente riprese soprattutto dal mensile NUOVO FRONTE di Trieste, sono poi state integrate anche con altre di diversa fonte, ivi compresa -talvolta- le presentazioni di copertina. Quando si è potuto abbiamo aggiunto le immagini delle copertine e queste sono state proposte, in attesa di recensione che non abbiamo, anche per libri che a nostro avviso potevano rientrare in questo soggetto.
    Si fa presente che il criterio di scelta è stato molto ampio. Talvolta trattasi anche di libri che trattano solo marginalmentre di RSI  (per esempio: foibe etc.) o di argomenti che, per vicende storiche, in qualche modo sono con la RSI connessi (per esempio: novità importanti anche sul ventennio fascista.
    Si sta cercando di associare ad ogni titolo le notizie presenti nel CATALOGO IN RETE OPAC che copre tutte, quasi tutte, le biblioteche d'Italia. Questo permetterà ai lettori di conoscere la più vicina ubicazione accessibile della pubblicazione.
    Nel corso di tale integrazione abbiamo ritenuto di segnalare anche i titoli che risultavano presenti in OPAC al Soggetto: "Repubblica Sociale Italiana".
    L'ordine temporale di presentazione dei libri è quello di edizione basato sul Catalogo OPAC. Se è presente più di una registrazione in OPAC le abbiamo presentate tutte per non omettere ogni possibile ubicazione. Se le registrazioni risultano in anni diversi abbiamo collocato il titolo (eventuale recensione ed eventuale copertina) nell'anno di edizione più datata, lasciando accanto anche altre registrazioni più recenti (forse quest'ultimo criterio sarà in futuro corretto).
    Poichè molti titoli sono sprovvisti di recensione saremo grati al lettore che vorrà collaborare inviandoci eventuale recensione di terzi (completa di fonte) o anche propria recensione accompagnando l'invio con proprio nome o pseudonimo.
ULTERIORI TITOLI SI POSSONO OTTENERE RICERCANDO IN OPAC CON LE PAROLE REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA OPPURE CON LE PAROLE 1943-1945 (O ALTRO) NEL CAMPO "TUTTI I CAMPI". SE SI VOGLIONO I TITOLI COMPLETI USARE LA VARIANTE SUTROS INVECE CHE ISBD.      

 
 
Marano Sergio IL BOSCO DI RINALDO Sicilia 1943: sei giovani nella bufera
Editrice Santi Quaranta. 1993
Descrizione
 Dopo l’otto settembre 1943, nella città di Trapani accade un fatto davvero singolare: nove giovani (tra cui una ragazza, Maria), che hanno creduto alle parole del fascismo, creano una sorta di "cellula" che, oltre alla dichiarazione di fedeltà al fascismo, contempla "lo statuto per la difesa dell’italianità della Sicilia contro i separatisti". Tra loro si distingue Tonio, singolare figura del "filosofo". Scoperti, vengono rinchiusi in un campo di concentramento, poi incarcerati a Palermo e processati da una corte militare anglo-americana. Bramante, uno dei nove, è condannato a morte, due sono prosciolti, gli altri condannati a diversi anni di carcere, e tra questi Sergio Marano.
I nove in realtà sono i "paladini" di una Sicilia antica, e finiscono per collocarsi oltre il fascismo, in una dimensione "socratica di superamento", ma sono i soli, come "straccetti imbecilli", a pagare per tutti gli altri che sono stati fascisti nell’ora dei "trionfi". Emergono così, accanto all’opportunismo degli adulti, l’ingenuo idealismo e la generosa, toccante fraternità dei nove giovani siciliani.
Il bosco di Rinaldo, bosco di "ricordi e incantamenti", scrigno profondo e sensibile della memoria, ha diversi registri. La lingua si dispiega come certe vele spinte da una brezza robusta che viene dal mare. Questo "romanzo" è insieme profondamente metafisico, ma anche vivo, vitale, "quotidiano". Avvincente. Sergio Marano ha saputo mettere, accanto all’utopia dei "paladini" di Sicilia, il senso "padano" delle cose e degli uomini. 
 
 
 
 
 
LUCIANO USAI Cappellano dei Guastatori Sanna Michelangelo
San Gavino Monreale (CA), Edizioni Fiore, 1993, pag. 160, formato cm. 15,8x21,4, prezzo lire 20.000 (sconto 20% per richieste tramite “Volontà" o all'autore: via Satta 3/5 - 09037 San Gavino Monreale - CA - tel. 070/9339019). 
Sanna, Michelangelo
ISBD: Luciano Usai missionario Cappellano dei - San Gavino Monreale, 1993 - 157 p. : ill. ; 21 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Sanna, Michelangelo
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CA0017 - Biblioteca dell'Archivio di Stato di Cagliari - Cagliari - CA
CA0194 - Biblioteca universitaria di Cagliari - Cagliari - CA
TS0013 - Biblioteca civica Attilio Hortis - Trieste - TS
Codice identificativo: IT\ICCU\CAG\0014122
    Tutti i Cappellani militari nei reparti operativi durante l'ultima guerra si sono comportati esemplarmente, hanno vissuto storie eroiche, ma forse nessuna storia, nessuna avventura è paragonabile a quella di padre Luciano Usai. Una storia raccontata semplicemente, senza pretese, ma ben documentata da chi, Michelangelo Sanna, gli fu a lungo vicino. 
    Padre Luciano Usai, sardo verace, Cappellano del 31° Battaglione Guastatori, con il suo reparto visse l'epopea eroica e sfortunata d'Africa sfidando ripetutamente gravi pericoli affiancando e sostenendo - con la parola e l'esempio - i suoi ragazzi ottenendo, per alcuni eroici episodi di cui fu protagonista, riconoscimenti italiani e tedeschi al Valor militare. Ammalatosi tanto gravemente da essere in pericolo di vita, dalla Tunisia padre Luciano veniva imbarcato su nave ospedale e rimpatriato. 
    La caduta di Mussolini e l'infausto 8 settembre 1943 da padre Luciano erano vissuti con grande tormento. In quelle terribili giornate riusciva a salvare diecine e diecine di soldati sbandati. 
    Chiamato come Cappellano dalla Presidenza del Consiglio della RSI, padre Luciano era molto vicino al ministro Barracu, che in Africa egli aveva avuto come comandante. Per portare aiuto concreto alle famiglie dei soldati sardi arruolati nella RSI ed a quella del Ministro suo conterraneo, che in Sardegna era perseguitata duramente, padre Usai non esitava a farsi paracadutare sull'isola il 20 giugno 1944. Tradito da un sacerdote con il quale s'era confidato, padre Luciano veniva arrestato come spia dei tedeschi, quindi processato e condannato, con false testimonianze, alla fucilazione, pena commutata - in un secondo processo - in lunga carcerazione. 
    Amnistiato nel 1946, padre Luciano ritornava in Sardegna, per finire successivamente come missionario in Brasile, dove realizzava grandi opere in favore delle popolazioni locali. 
    Una storia eccezionale, avvincente quanto un’avventura, arricchita dai ricordi personali dell'Autore, ricordi della guerra combattuta appunto nei Guastatori e ricordi della prigionia trascorsa in Texas come irriducibile NON. Insomma un libro "nostro", che si legge d’un fiato.
VOLONTA’ N. 2. Febbraio 1994
***
Diciamolo subito: Michelangelo Sanna non pretende di essere uno scrittore. Puoi anche non condividerne le idee, la sua ricostruzione dei fatti e l'interpretazione dei medesimi: lui non se n'ha a male di certo. Sicuramente resti però affascinato dalla sua ricchissima anedottica, dalla vivacità, dalla passione con cui accompagna le sue narrazioni-testimonianze. Sei costretto ad ammirare la sua grande capacità di ricostruire, sul filo della memoria, il suo vissuto.
Il libro su Padre Luciano usai nasce dal desiderio, quasi dalla necessità di presentare una ìverità" che può non essere compresa o che a molti può tornare sgradita: ridare una dimensione, uno spessore umano e religioso all'esistenza del Cappellano compagno d'armi e difenderne la memoria, rivalutando insieme il sacrificio di uomini che morirono perché credettero in un ideale forse oggi non da tutti apprezzato: la patria. Finata la lettura, ti accorgi che per l'Autore è stata una liberazione, quasi l'adempimento di una promessa: a cinquant'anni dai fatti, parlare di questi valorosi. 
Nella sua premessa l'Autore dichiara di voler evocare ì momenti di vita avventurosa... intesa come missione". Sono alcuni momenti di vita del P. Luciano Usai, sangavinese, missionario impegnato nell'opera di evangelizzazione, ma anche cappellano militare del 31º Guastatori in Africa, durante la seconda guerra mondiale; decorato sul campo per il suo coraggio dallo stesso Rommel; anima dei Guastatori a El Alamein; personaggio discusso e controverso quando viene coinvolto nella ricostruzione dell'esercito della Repubblica di Salò. Michelangelo Sanna, testimone di atti di eroismo nei campi di battaglia, nel suo libro, lo propone del pieno della sua opera, sprezzante del pericolo, mentre assolve i morenti, conforta i feriti, incita al coraggio, sempre con il suo inseparabile Cricifisso. Una grave malattia lo riporterà morente in Italia. L'8 settembre sarà fatale anche per il Padre Luciano: lo coglierà infatti sull'altra sponda allorché l'alleato tedesco diviene il nemico da combattere. Sulla confusione di quei giorni e dei mesi che seguirono, ancora oggi non è facile fare chiarezza. L'Autore va alla ricerca di risposte oneste. Quale il coinvolgimento del Padre Usai nella R.S.I. alla quale è approdato, su invito del conterraneo Barracu, come Cappellano della Presidenza del Consiglio? Quale la parte avuta nell'arruolamento dei militi sardi che non riescono a rientrare a casa per la mancanza di navi? Quale fu la missione segreta affidatagli dal Comando tedesco nel suo viaggio avventuroso in Sardegna? Come si giunse al suo arresto e perché? Fu giusta la condanna dietro accusa di collaborazionismo e spionaggio? 
Numerosi i quesiti cui non sempre è facile dare una risposta, ma da cui l'Autore non si sottrae. Michelangelo Sanna apre una pagina di storia di un sangavinese che ci appartiene, estremamente interessante e dà un notevole contributo alla comprensione dei fatti.
L'impegno missionario nel Brasile, l'opera instancabile in mezzo ai diseredati, per l'Autore, sono ulteriore prova della bontà d'animo, della rettitudine, della grandezza del personaggio. Strettamente unite alle vicende del Cappellano-Missionario le sorti drammatiche, dolorose dei Compagni d'arme in una guerra non voluta, ma combattuta con disprezzo del pericolo. 
Pellegrino al Sacrario-ossario di El Alamein, Michelangelo Sanna sfiora commosso, con delicatezza, con amore, quelle tombe. Al suo passaggio gli uomini, per un attimo, riprendono vita: Giovanni Leccis, di Gonnosfanadiga, medaglia d'oro al valore; Werson, inglese; ecco uomini conosciuti o appena intravisti tra i bagliori della battaglia. Sacrifici e ancora sacrifici: la bruciante sconfitta di El Alamein: la Ritirata, la prigionia a Hereford nel Texas. Neppure i vincitori sono molto teneri con i loro prigionieri fascisti: sprazzi di luce, o se si vuole, coni d'ombra sui decantati campi di prigionia alleati. 
Su tutta la narrazione, il senso dell'inutilità, la frustrazione, l'amarezza per la futura incomprensione: sacrifici, atti di eroismo, le stesse vite umane, se perse dall'altra parte della barricata, spesso non riescono ancora a trovare gratitudine, rispetto, dignità. Michelangelo Sanna scrive con schiettezza, senza infingimenti letterari, con stile scabro perché molto ha provato sulla propria pelle, dandosi sempre una sola risposta, quella dettata dal dovere. 
Chi ha conosciuto Padre Usai non potrà non essere grato all'Autore per la testimonianza resa; chi non l'ha conosciuto, potrà trovare nel libro di Michelangelo Sanna i lineamenti di un missionario-soldato, di una pagina di storia patria che ci riguarda da vicino. Di sicuro uno strumento valido di discussione per chi ama ricercare la verità al di là dei pregiudizi di parte. 
da IL PROVINCIALE del 15 ottobre 1993 
***
L’Autore ha fatto parte dei Guastatori d’Africa con Padre Usai.
Con Lui ha diviso la prigionia di guerra nel Campo di Hereford nel Texas fino al 1946.
Il testo presentato offre l’occasione per ricordare il sacrificio ed il valore dei Guastatori che in terra d’Africa, ad El Alamein ed in Tunisia, superarono se stessi risolvendo situazioni drammatiche e difficili senza esitazioni, che trovano, nel sacrificio del Caporal Maggiore Giovanni Leccis Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria, l’espressione più alta dell’ardimento.
In un Reparto d’assalto come il
31° Battaglione Guastatori d’Africa non ci voleva un buon curato ma un Cappellano come Padre Usai, sempre in prima linea, sempre pronto a confortare i feriti e ad assolvere i Caduti, esempio vivente di generosità e di sprezzo del pericolo, un "mistico guerriero’’ come scrive Paolo Caccia Dominioni, Comandante del 31°, esposto alla morte quanto i Suoi Soldati.
Una medaglia d’Argento, due di Bronzo, una Croce al Valor Militare, Croce di Ferro Tedesca e Ordine Militare dei Panzer, proposta per una se conda medaglia d’Argento, riassumono la partecipazione di Padre Usai alle vicende belliche in terra d’Africa.
Quando in un Reparto si ha la fortuna di avere un siffatto Cappellano tutto diviene più facile nel governo degli uomini che trovano conforto, incitamento e sprone.
L’8 settembre Padre Usai non ha esitazioni e sceglie la Repubblica Sociale. Non tradisce i Caduti, ma trova il modo di attenuare l’odio di parte. Paracadutato in Sardegna, viene tratto in prigionia. Al termine delle ostilità sceglie di portare la Parola di Dio in terra di Missione senza dimenticare la Madre Patria.
Leggere questo libro è avvincente come un libro d’avventure, un’avventura che si conclude l’11 settembre 1981, in Brasile, mentre celebra la S. Messa, stringendo in mano il Crocefisso che lo aveva accompagnato in guerra e che aveva confortato tanti Soldati.
È un libro da leggere e da meditare alla ricerca dei valori perduti, è un libro da regalare ai giovani, è un libro da regalare ai tanti preti che dell’ignavia e del pacifismo hanno fatto un campo di devastazione morale della nostra gioventù.
NUOVO FRONTE N. 221 (2002) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Enzo Erra NAPOLI 1943 LE QUATTRO GIORNATE CHE NON CI FURONO
pag. 192, L. 22.000, Longanesi & C., Corso Italia 13, 20122 Milano
Erra, Enzo
ISBD: Napoli 1943 : le quattro giornate che non ci - Milano : Longanesi, [1993] - 190 p. ; 21 cm. - Il cammeo
Collezione: Il cammeo
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-304-1163-9
Bibliografia Nazionale - 93-8513
Nomi: Erra, Enzo
Soggetti: Guerra mondiale 1939-1945 - Napoli - 1943
Classificazione: 940.534573 - PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALLASECONDA GUERRA MONDIALE. Napoli (prov.)
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
AQ0156 - Biblioteca della Facolta' di lettere e filosofia dell'Università degli studi di L'Aquila - L'Aquila - AQ
BG0367 - Gruppo biblioteche speciali di Bergamo - Bergamo - BG
CN0065 - Biblioteca civica - Mondovi' - CN
FC0011 - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - FC
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
LI0011 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI
MC0221 - Biblioteca del Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
MI1262
MO0127 - Biblioteca comunale Francesco Selmi - Vignola - MO
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO
NA0070 - Biblioteca universitaria - Napoli - NA
NA0079 - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - NA
NA0097 - Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli - NA
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
SA0060 - Biblioteca dell'Archivio di Stato di Salerno - Salerno - SA
TO0019 - Biblioteca civica - Bibiana - TO
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
TV0087 - Biblioteca comunale - Resana - TV
VE0047 - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - VE
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0316742
     La storia di questi ultimi cinquant'anni è stata scritta sulle menzogne di regime e sulle esagerazioni.
    Un'accozzaglia di pacifisti e di rinunciatari, di negatori della Patria e di professionisti della tangente, legittimati dalle baionette dei vincitori, per consolidare il proprio potere, ha sentito la necessità di costruirsi un passato eroico profittando delle scelte effettuate da quei pochi che, in contrasto con le bande comuniste ree di nefandi delitti, operarono la scelta di campo che prese il nome di Resistenza.
    Delle centinaia di migliaia di Italiani che militarono nelle fortnazioni della R.S.I., opponendosi allo slavo ed agli anglo-americani, non si fa parola; le foibe, le fosse comuni, gli eccidi ed i delitti che insanguinarono il dopoguerra, sono relegati fra la cronaca nera perciò non meritevoli di menzioni ufficiali.
    Le quattro giornate di Napoli «ufficializzate» da storici, stampa e tromboni di regime non sfuggono alla logica mistificatoria.
    Il sangue, le sofferenze, la dignitosa sopportazione di tre anni di bombardamenti con migliaia di case sventrate, di profughi, di morti e mutilati, l'eroico comportamento di migliaia di napoletani sui vari fronti di guerra diventano poca cosa di fronte ad alcune bande di ribelli che «cacciano» un esercito che non c'è in quanto non interessato a Napoli. Piccole scaramucce si trasformano in epiche battaglie, ed il sacrificio generoso di una decina di ragazzi diviene l'epopea di un popolo che, invece, stanco e deluso attendeva la soluzione dei propri problemi accampato fra le macerie della città.
    Persino il numero dei giorni di «Resistenza» non risponde a verità perché, due, forse, tre giorni di sparatorie, contro qualche pattuglia isolata, sembravano pochi per dare lustro ai soliti politici che si appropriarono dei fatti per ottenere lustro e benemeranze.
    Il libro di Erra, con prosa efficace e controllabili riferimenti ristabilisce la verità.
    Crollano le ideologie e debbono crollare anche le menzogne di supporto. I fatti debbono essere valutati per quello che sono, la tragedia della guerra non può e non deve divenire comodo piedistallo di potere per chi ha costruito carriere sulle spalle dei Caduti, esaltandone alcuni e condannandone altri.
    Verità e giustizia, questo chiedono gli italiani e non impossibili abiure.
    Il testo presentato concorre a ristabilire la verità, ridimensiona i testi ufficiali e collabora a riscrivere la Storia di quel giorno malefico che fu l'8 settembre 1943.
NUOVO FRONTE N. 138 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.
Gianfranco Stella RIFUGIATI A PRAGA. I PARTIGIANI ITALIANI IN CECOSLOVACCHIA
pagg. 192 - L. 25.000, Ed. SO.ED.E., Via Gabici 13, - Ravenna
Stella, Gianfranco
ISBD: Rifugiati a Praga : i partigiani italiani in - [S. l. : SO.ED.E.], 1993 - 190 p. : ill. ; 22 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Stella , Gianfranco
Soggetti: EMIGRATI POLITICI ITALIANI - Cecoslovacchia
PARTIGIANI ITALIANI - Processi
RESISTENZA - Italia
Classificazione: 943.7033 - STORIA DELLA CECOSLOVACCHIA,1939-1945
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: RA0014 - Biblioteca comunale Luigi Varoli - Cotignola - RA
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA
RA0036 - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - RA
RA0044 - Biblioteca comunale - Solarolo - RA
RA0122
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN
TS0252 - Biblioteca del Dipartimento di scienze geografiche e storiche dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0232147
     Gianfranco Stella è un attento studioso dei gravi fatti di sangue avvenuti in Italia nel dopoguerra ad opera delle bande partigiane comuniste impegnate a proseguire la lotta di classe con il terrore, le uccisioni e le rapine infangando anche gli ideali di chi in onestà d'intenti aveva combattuto senza eccessi.
    Fallito il sogno di realizzare in Italia una repubblica sovietica, vittime della spartizione dell'Europa in aree d'influenza, i comunisti dovettero rispondere alla Giustizia per gli eccidi e le stragi commessi. Furono migliaia gli arrestati per gravi fatti di sangue ed innumerevoli i processati ed i condannati a lunghe pene detentive. La salvezza venne ricercata nella fuga presso il paradiso comunista. Varcando clandestinamente la frontiera con la Jugoslavia trovavano successiva accoglienza nella stessa repubblica o in Cecoslovacchia.
    La delusione fu grande. Furono assoggettati ai lavori più umili e pesanti, come forzati. Quando Tito si allontanò dall'invadenza di Stalin non furono pochi i partigiani condannati a pene detentive o espulsi dal paese. In tale situazione furono provvidenziali le amnistie di Togliatti, che permisero il ritorno in circolazione ad autentiche belve assetate di sangue.
    Nel testo presentato sono descritte le stragi, gli omicidi, le atrocità commessi durante e dopo la guerra, contro fascisti, partigiani, famigliari di partigiani, borghesi, religiosi, in nome della lotta antifascista e di classe.
    L'esito dei processi, la fuga, la vita disperata, le amnistie togliattane completano il quadro che Stella ricostruisce per una completa informazione sul periodo più tragico della nostra storia che ancora incide, per l'influenza che i comunisti esercitano controllando i massmedia (i cui gestori sembrano ingessati dalla paura), sui rapporti politici odierni.
    La lettura è piacevole ed avvincente per la qualità e la quantità delle documentazioni prodotte. Si consiglia la lettura a tutti coloro che desiderano conoscere quale fu la realtà di quei giorni, per opporre argomenti validi a chi ha subito il lavaggio del cervello da parte del regime che ha prodotto miseria e corruzione.
NUOVO FRONTE N. 138 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.
 
 
 
R.S.I. ADDIO... 1943- 1993 Coordinatori: Emilio Bettini, Gilberto Govi, Enzo Zanotti
Editrice Lo Scarabeo - Bologna, Via delle Arti 27/A, L. 37.000 - pag. 352
ISBD: R.S.I. addio ... : 1943-1993 / coordinatori: - Bologna : Lo scarabeo, stampa 1993 - 340 p., [6] c. di tav. : ill.(( - Segue: Appendice fotografica.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Zanotti, Enzo
Govi, Gilberto
Bettini , Emilio
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO
BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO
BO0392 - Biblioteca dell'Istituto Gramsci - Bologna - BO
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RM0731 - Biblioteca centrale giuridica - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\RMG\0014305
*** 
ISBD: RSI addio... : 1943-1993 / coordinatori: Emilio - Bologna : Lo scarabeo, stampa 1993 - 340 p. [10] p. di tav. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Zanotti, Enzo
Govi, Gilberto
Bettini , Emilio
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0346913
     Fra pochi mesi ricorrerà il cinquantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Sociale Italiana.
    Il tempo trascorso, invece di relegare nel buio del tempo quel periodo di passione e di speranza, sembra riportarlo alla ribalta con la freschezza dei ricordi e delle immagini che ci sono donate da chi quegli eventi visse e ne fu attore.
    Al contrario, decade la memoria resistenziale condannata dalla retorica, dalle falsità storiche e dal bagno di sangue cui per opera dei comunisti fu sottoposta l'Italia.
    La controstoria ha avuto inizio per merito di chi visse quei seicento giorni dedicati al riscatto della Patria.
    Il testo presentato è una testimonianza resa pubblica per amore della verità contro la verità artefatta di una parte, e tacere sarebbe grave offesa da parte dei superstiti nei confronti di chi sacrificò la vita, spesso eroicamente, per l'Onore della Bandiera.
    All'indomani dell'8 Settembre furono molti i giovani che istintivamente si presentarono alle caserme per continuare la lotta. Studenti ed operai circondati dalla passività e dalla vigliaccheria riportarono l'Italia alle armi ed il volume racconta la storia di alcuni di essi, prima Allievi Ufficiali e poi Ufficiali ai Reparti dell'Esercito Repubblicano.
    La Scuola di Fontanellato li accolse, li addestrò e li formò come Ufficiali ed essi non vennero meno alla parola data.
    Alla nomina di S. Tenente ognuno divise il destino con il Reparto di assegnazione per cui diverse furono le vicissitudini e diversa fu l'esperienza dolorosa del 25 Aprile, giorno della resa e del sacrificio.
    Nel testo sono riportate le testimonianze di molti giovani Ufficiali su come vissero quelle giornate dolorose. La resa, il dolore per la sorte della Patria, il comportamento degli aguzzini che sempre mancarono alla parola data, i massacri subiti, le umiliazioni patite, sono tutte nelle pagine del libro come una ferita che non si rimargina.
    A corredo del testo numerose fotografie, l'elenco dei Caduti, l'elenco dell'organico della Scuola Allievi Ufficiali di Fontanellato della G.N.R., l'elenco degli Allievi delle quattro Compagnie, i discorsi di saluto fatti negli incontri biennali e documenti. Il libro è molto interessante, è una pagina di testimonianza della fede e della purezza d'intenti che animò tanta gioventù italiana.
NUOVO FRONTE N. 133 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.               
Adalberto Baldoni FASCISTI 1943-1945
Edizioni Settimo Sigillo, L. 42.000, pag. 368
Baldoni, Adalberto
ISBD: Fascisti (1943-1945) / Adalberto Baldoni - Roma : Settimo Sigillo, [1993] - 363 p. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Baldoni , Adalberto
Soggetti: ITALIA - 1943-1945
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945
Classificazione: 945.0916 - Storia d'Italia. Periodo dellaresistenza armata e della fine del regno,1943-1946.
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
BO0442 - Biblioteca del Dipartimento di Discipline Storiche. Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM1189 - Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\UBO\0278550
    L'Autore è un giornalista parlamentare del SECOLO D'ITALIA. Saggista, laureato in pedagogia, dirigente del M.S.I. è stato più volte consigliere comunale a Roma.
    Con Sandro Provisionato ha scritto «LA NOTTE PIU' LUNGA DELLA REPUBBLICA» sulla lotta armata in Italia dal 1968 al 1990.
    Con «NOI RIVOLUZIONARI» ha pubblicato la storia della Destra italiana dal 1960 al 1986.
    L'Opera presentata è dedicata ai ragazzi repubblicani fucilati a Firenze dai partigiani nel settembre 1944 sui gradini di Santa Maria Novella, ai giovani partigiani Giancarlo e Giovanni Osmani caduti sull'Appennino modenese nel giugno 1944 simbolo della tragica guerra civile che vide la divisione all'interno delle stesse famiglie e a tutte le vittime della guerra civile in Italia; è la storia delle vicende politiche e militari che divisero in modo netto e perdurante il popolo italiano, svoltasi tra il 25 luglio 1943 e il maggio 1945.
    Come testimonia la dedica, il libro è «asettico», frutto di innumerevoli ricerche, interviste, consultazioni di giornali, periodici e memoriali.
    La sua lettura, piacevole ed interessante, ci offre la possibilità di avere una visione imparziale dei drammatici avvenimenti che caratterizzarono la storia del nostro Paese nel periodo considerato.
    Privo di condizionamenti ideologici è una fonte incontestabile per ristabilire la «verità» sempre condizionata dalla necessità di demonizzare il Fascismo ed i fascisti da parte dei marxisti e dei loro succubi tirapiedi.
    Il tradimento del Re, responsabile del colpo di stato e dell'ignominia dell'8 settembre, è analizzato nel primo capitolo con precisi riferimenti storici ed abbondanti note illustrative ponendo in risalto la mancata reazione di Galbiati e Scorza, rispettivamente comandante della Milizia e segretario del Partito Nazionale Fascista.
    Nei successivi otto capitoli la trattazione degli argomenti riguarda la nascita della Repubbhca Sociale che inizia con la liberazione del Duce, i movimenti clandestini fascisti nel Sud Italia, l'organizzazione dello Stato Repubblicano con particolare riguardo alla socializzazione e alla salvaguardia dell'economia nazionale e del patrimonio industriale e delle installazioni, la costituzione e l'organizzazione delle Forze Armate Repubblicane, il fenomeno del volontarismo e lo sviluppo della guerra civile, la politica estera della R.S.I., la vita culturale, la propaganda, gli spettacoli e il rapporto con gli intellettuali.
    Concludono l'Opera i drammatici ultimi giorni di aprile che iniziano con l'incontro all'Arcivescovado di Mussolini con i componenti del CLNAI, i progetti per un'ultima disperata difesa in Valtellina, la cattura di Mussolini, il suo assassinio, lo scempio del suo cadavere e di quelli dei gerarchi come lui fucilati dalle bande comuniste, l'esecrazione del mondo per tali fatti e la colpevole incapacità del Cardinale Schuster nell'evitare o almeno tentare di evitare, come suo preciso dovere di Principe della Chiesa, tanta barbarie.
    Solo un Sacerdote di 81 anni, Monsignor Alessandro Bianchi, dopo il rifiuto ad intervenire del Card. Schuster, si presenterà a Piazzale Loreto e, con un adeguato compenso, otterrà la restituzione di una salma che notte tempo seppellirà in luogo consacrato.
    La lettura del testo ci induce a molte riflessioni. La R.S.I. è stata la riprova della capacità di attrazione di Mussolini e del Fascismo che riuscirono a mobilitare milioni di italiani nell'ora più triste della Patria, nella consapevolezza della guerra perduta, in nome dell'Onore d'Italia.
    Aviatori, Soldati e Marinai si batterono fino all'ultimo giorno con grande coraggio e determinazione. Ministri, funzionari, giudici, sindacalisti, insegnanti, operai, ferrovieri, diedero tutto il loro apporto per assicurare per quanto possibile una vita normale e organizzata pur nello stravolgimento dei bombardamenti e delle attività terroristiche comuniste.
    Non fu mai perduta di vista l'esigenza della difesa ad oltranza dei confini nazionali e non fu mai abbandonata la ricerca della pacificazione interna. La politica sociale fu potenziata; nonostante le spese di guerra l'economia si dimostrò solida e fu impedito ai tedeschi ogni passo che potesse intaccarla.
    Questa grande opera di contrasto nei confronti del nemico invasore, del nemico interno e dei Tedeschi non sarebbe stata possibile senza la capacità, l'onestà, il senso del dovere e la preparazione di una generazione educata nel rispetto di valori che fanno forte e grande un popolo.
    Questo dato di fatto è sempre stato volutamente nascosto dalla classe dirigente antifascista che temeva e teme il confronto.
    I frutti dell'educazione antifascista stanno maturando in questi giorni. Sono frutti bacati e putrescenti.
NUOVO FRONTE N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.
Giorgio Pisanò LA GENERAZIONE CHE NON SI E' ARRESA 1943-1993 - NOI VIVI
Xa edizione, Centro Diffusione Libraria Milano, L. 45.000, pag. 344. Il volume può essere richiesto direttamente al Centro Diffusione Libraria, Via A. Diaz, 10 - 20010 Bareggio (MI).
    A Giorgio Pisanò giornalista professionista, scrittore, ricercatore storico, dobbiamo molto per la sua incessante opera di divulgazione della Storia della R.S.I. in permanente opposizione con le bugie di regime.
    Giovanissimo aderì al P.F.R. e coerentemente si arruolò nel Battaglione N.P. della DECIMA MAS.
    Fu più volte paracadutato nell'Italia invasa con compiti d'informazione e sabotaggio. Nel corso di queste azioni fu decorato della Croce di Ferro di 2a e di 1a Classe. Nel dopo guerra (fu liberato dalla prigionia alla fine del 1946) fondò il M.S.I. a Corno e dal 1972 al 1987 fu eletto e rieletto Senatore. L'elenco degli incarichi ricoperti e delle battaglie parlamentari, giornalistiche e politiche sostenute, è troppo lungo e meriterebbe una trattazione a parte.
    La citazione del Suo giornale, Candido, è sufficiente per rievocare le intimidazioni, gli attentati e le violenze subite per annientare la Sua voce, espressione di libertà e di verità, a difesa dei principi e delle idealità della R.S.I., contro le menzogne del regime democratico eretto a difesa di una banda di estortori e corruttori in concorrenza con la mafia e la camorra. Nel luglio del 1991 Pisanò esce dal M.S.I. e fonda il «Movimento Fascismo e Libertà» di cui è Segretario Nazionale.
    L'Opera presentata è l'esperienza biografica dell'Autore che ben interpreta i sentimenti e le reazioni di centinaia di migliaia di giovani volontari che non vollero tradire la Patria, pronti ad offrire la propria vita per riscattare l'ignominia dell'8 settembre.
    Chi ha vissuto quei giorni ritrova nel libro di Pisanò la rabbia, il senso d'impotenza, lo smarrimento, la delusione, la frustrazione, la reazione della generazione nata, cresciuta ed educata nel culto della Patria e di valori come la lealtà, il coraggio, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere e della disciplina, il disinteresse per la ricchezza, la difesa del più debole.
    Non furono i valori ideologici o dottrinari a muovere i giovani.
    L'impulso che portò ad una reazione immediata fu istintivo, suggerito dalla necessità di porre rimedio, di cancellare l'onta di un pugno di traditori, già beneficiati dal Fascismo, che lordava l'onore della Patria.
    Il testo si legge come un romanzo tanto è l'interesse che suscita fin dalla prima pagina ed è una testimonianza storica di prim'ordine.
    Il giovanissimo Pisanò viene attratto dalla formazione piu combattiva del nuovo Esercito Repubblicano, la Decima MAS, ma insofferente e desideroso di passare subito all'azione sceglie ed ottiene di entrare a far parte del Battaglione Folgore NP per compiere azioni di sabotaggio nelle retrovie.
    Destinato ai servizi segreti informativi entra nel Gruppo Abwehr e compie numerose e pericolose missioni il cui racconto offre al lettore la possibilità di conoscere una pagina sconosciuta del sacrificio di tanti giovani che furono vittime del carnefice alleato, fucilati dopo un sommario riconoscimento ed un breve processo. Di questi Caduti, spesso vittime dei tradimento di altri fratelli, sappiamo che morirono con dignità e coraggio suscitando l'ammirazione del nemico. Attento e preciso nella ricostruzione storica degli avvenimenti Pisanò, vivendoli in prima persona, rievoca la vicenda del ridotto alpino della Valtellina e dei combattimenti ai quali partecipò, della resa al CLN che poi tradì i patti, della successiva prigionia, dei maltrattamenti, delle sevizie e dei massacri che i partigiani comunisti, vigliaccamente, inflissero ai Soldati della R.S.I. che credettero alla loro parola. L'appartenenza ai servizi informativi suscitò l'interesse degli omologhi del servizio alleato che non si peritarono di tenerlo in prigionia fino ad un anno e mezzo oltre il termine della guerra. Interessantissime le descrizioni della vita dei detenuti e della rivolta di S. Vittore. Molto bella la riproduzione dell'articolo edito sul Candido n° 25 del 1980 in memoria di Carla Costa, la leggendaria «VOLPE ARGENTATA» che a sedici anni beffò più volte i servizi alleati in pericolosissime azioni oltre le linee.
    La generazione che non si èarresa è ancora presente con i propri ideali, non ha ceduto al ricatto della partitocrazia che, con leggi persecutorie e con l'ostracismo, voleva chiudere la partita con questi idealisti che ancora oggi credono in valori inconciliabili con i sistemi malavitosi che hanno portato la Nazione alla rovina.
    La generazione che non s'è arresa ha continuato ad essere d'esempio per l'apporto che in ogni circostanza, nelle arti, nelle professioni e nel faticoso lavoro manuale, ha dato per il migliore avvenire della Patria.
    Il bel volume di Pisanò merita un'ampia diffusione, specie fra i giovani, perché possano avere argomenti sempre più validi contro i disinformatori di regime.
NUOVO FRONTE N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.
  
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Bonini, Roberto 
ISBD: La Repubblica sociale italiana e la - Torino : G. Giappichelli, [1993] - XII, 435 p. ; 24 cm. 
Collezione: La bifora 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-348-3155-1 
Bibliografia Nazionale - 94-5880 
Nomi: Bonini, Roberto 
Soggetti: DIRITTO - REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA1943-1945 
Classificazione: 349.45 - DIRITTO IN ITALIA 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: BO0036 - Biblioteca dell'Istituto giuridico Antonio Cicu della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO 
BO0441 - Biblioteca del Dipartimento di Discipline Giuridiche dell'Economia e dell'Azienda dell'universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0522 - Biblioteca comunale Malpighi - Bologna - BO 
BS0210 - Biblioteca della Facolta' di economia e commercio dell'Universita' degli studidi Brescia - Brescia - BS 
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
FE0068 - Biblioteca del Dipartimento di scienze giuridiche dell'Universita' degli studi di Ferrara - Ferrara - FE 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
FI0208 - Biblioteca di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI 
FI0210 - Biblioteca di economia dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI 
MC0177 - Biblioteca del Dipartimento di diritto pubblico e teoria del governo dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC 
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI 
MI1240 - Biblioteca dell'Istituto di studi del lavoro della Facoltà di scienze politiche dell'Università degli studi di Milano - Milano - MI 
MI1244 - Biblioteca dell'Istituto di storia del diritto italiano della Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Milano - Milano - MI 
MI1251 - Biblioteca dell'Istituto di diritto del lavoro della Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Milano - Milano - MI 
MI1260 
MN0035 - Biblioteca comunale Roberto Ardigo' - Mantova - MN 
PD0262 - Biblioteca del Dipartimento di storia e filosofia del diritto e diritto canonico. Sezione di diritto romano, storia del diritto e diritto ecclesiastico - Padova - PD 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
PV0295 - Biblioteca della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
RM0289 - Biblioteca statale Antonio Baldini - Roma - RM 
RM0731 - Biblioteca centrale giuridica - Roma - RM 
RM1189 - Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito - Roma - RM 
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO 
TS0221 - Biblioteca del Dipartimento di scienze giuridiche. Sezione di diritto romanoe storia del diritto dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
Codice identificativo: IT\ICCU\BVE\0049803  
Angelo Faccia LETTERA POSTUMA A UN GIOVANE COMBATTENTE DELLA CLASSE 1930: NINO CAPOTONDI
Edizione fuori commercio. Il volumetto può essere richiesto all'Autore.
Prezzo: Lire 10.000 - più Lire 1.300 spese spedizione. Pagamento: c/c postale n. 17004060 intestato a: Faccia Angelo - Via C. Colombo, 6 - 06127 Perugia.
 
 
     L'Autore fu amico di Nino Capotondi. S'erano incontrati, ragazzini quattordicenni, volontari nelle Fiamme Bianche, desiderosi di combattere contro l'invasore anglo-americano: Furono assegnati a Reparti Combattenti.
    Può essere la storia di tanti ragazzi che reagirono al tradimento e al disonore dell'8 settembre 1943 offrendo la loro giovinezza e la loro purezza, incapaci di pensare che la Patria potesse essere abbandonata al suo destino. Vogliono riscattare la vergogna dei traditori, non possono rinnegare i Caduti, i sacrifici dei loro padri, dei fratelli maggiori combattenti o prigionieri.
    Questi erano i sentimenti di tanti e tanti ragazzi e molti di loro fissarono la morte in faccia guardando dritto gli assassini negli occhi.
    Nel testo è riportata la motivazione della Medaglia d'Oro concessa all'Ausiliaria Angelina Milazzo che sacrificò la sua giovanissima esistenza per salvare una gestante durante un mitragliamento aereo. Altro esempio della tempra di «quei» giovani.
    Siamo certi che la buona pianta riemergerà fra il mare d'erbacce che ci soffoca.
NUOVO FRONTE  N. 131 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.
Autore: Cigarini, Giorgio
ISBD: Nemesis / Giorgio Cigarini - [S.l. : s.n.], stampa 1993 - 98 p. ; 21 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Cigarini , Giorgio
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: MO0089 - Biblioteca Estense - Modena - MO
Codice identificativo: IT\ICCU\MOD\0187210
 
 
 
Mario Tedeschi  SI' BELLA E PERDUTA... Storia del Battaglione Barbarigo e dell'amor di Patria.
Ed. Serarcangeli, L. 15.000, pag. 145
Tedeschi, Mario
ISBD: Si bella e perduta... : storia del battaglione - Roma : Serarcangeli, [1993] - 144 p., [10] c. di tav. : ill. ; 21 cm. - Pagine nuove. Saggistica
Collezione: Pagine nuove. Saggistica
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Tedeschi , Mario
Soggetti: Marina militare italiana - Decima flottiglia MAS
- Battaglione Barbarigo - Storia
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0341084
     Libro scritto da un combattente del «Barbarigo», un testimone che ci fa partecipi di quei giorni di passione, di sangue di rabbia, di sacrificio e di morte.
    Mario Tedeschi, giornalista di razza ed autore di libri storici e politici, era Direttore del Borghese al quale fu chiamato nel 1953 da Leo Longanesi e per due legislature ha fatto parte del Senato della Repubblica.
    Sono passati cinquant'anni dagli eventi descritti, ma tutto sembra attuale, vivo e l'animo si rattrista al pensiero che quanto fu fatto e sofferto venga artatamente lasciato cadere nell'oblio quasi fosse una vergogna da nascondere.
    Tanti e tanti furono i giovani che accorsero sotto la bandiera della Decima per combattere contro l'invasore, mossi dall'amore per una Patria che veniva identificata nel rinnovamento e nella affermazione della sua identità di fronte ad un ordine mondiale oppressivo e statico privo di valori fondati sulla tradizione, portatore di false libertà, egoismi e di dottrine sovvertitrici.
    Nel ricordo di Aldo Spagna, diciannovenne, Primo Caduto del Battaglione Barbarigo, ha inizio la premessa del testo e «LA POZZA NERASTRA DI SANGUE CHE IL FONDO ARGILLOSO DELLA TERRA DI BONIFICA NON RIUSCIVA AD ASSORBIRE» è la consacrazione di quella terra già fecondata dal lavoro che trasformò le paludi pontine.
    E' su quella terra, con i borghi ribattezzati con i nomi dei luoghi ove si svolsero i più sanguinosi combattimenti della prima guerra mondiale (Sabotino, Podgora, Piave), che si schiera il «Barbarigo», lungo il canale Mussolini, in buche fangose per contrastare gli anglo-americani sbarcati ad Anzio e Nettuno.
    Giovani armati della propria passione, privi di addestramento ma disposti ad affrontare anche a mani nude un nemico super equipaggiato.
    SEPPERO VINCERE LA DIFFIDENZA DEI TEDESCHI e suscitarono l'ammirazione del nemico per la capacità ed il valore dimostrato ponendosi fra i reparti d'élite.
    Dignità e coraggio, riscatto dell'onore della Patria mossero i l.180 giovani a combattere a Nettuno e di essi solo 600 ebbero la ventura di salvarsi per proseguire a combattere a Gorizia contro la marea slava e sul Senio per contrastare il passo agli invasori della Ottava Armata inglese. Furono scritte pagine di gloria sconosciute ai giovani di oggi, vittime di una propaganda intrisa d'odio verso uomini e fatti che caratterizzarono un periodo della nostra storia.
    Il motto dei Battaglione «siamo quelli che siamo» è una sfida a chi non vuole o non sa ..comprendere la scelta dei Combattenti del Barbarigo ed oggi questo motto conserva ancora il suo valore.
    Il testo è suddiviso in due parti; nella prima vi sono riportate tutte le vicissitudini dei Battaglione dalla sua formazione alla partecipazione alle operazioni belliche ed all'epilogo della resa con l'onore delle armi; nella seconda parte una serie di interviste a singoli protagonisti rende particolarmente interessante la lettura che offre sempre spunti di meditazione.
    La lettura di testi come questo non può e non deve essere limitata ai reduci o ad una stretta cerchia d'interessati, ma deve essere estesa ad un pubblico più numeroso ed eterogeneo affinché venga operata quella grande opera di ristabilimento della verità che valorizzi, volta per tutte, quanto fu fatto con tanto amore da tanti italiani per la propria Patria.
    Nell'attuale contingenza è bene che i giovani sappiano.
NUOVO FRONTE N. 140 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Ennio Laghi I CAPOVOLTI
Distributore Europa Libreria Editrice, via S. Veniero 74, 00192 Roma L. 30.000, pag. 304
Laghi, Ennio
ISBD: I capovolti , ovvero Lo sfascio negli anni - Roma : stampa a cura dell'autore, [1993] - 298 p. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Laghi, Ennio
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0233285
    Chi sono i capovolti?
    I voltagabbana, i fanatici servitori pronti a cambiare bandiera, gli smemorati della coerenza, gli opportunisti pronti a vendersi per uno strapuntino o una poltrona.
    La storia e la cronaca sono piene di riferimenti e l'argomento non può meravigliare nessuno.
    «Barcamenandomi tra il vecchio ed il nuovo buscai da vivere, da farmi il covo», cosi il Parini.
    Eppure storie dei voltagabbana o dei capovolti suscitano sempre curiosità perché i personaggi coinvolti sono imprevedibili, non esiste la «faccia del capovolto» ed il più delle volte sono sempre coloro che eccedono in zelo e fanatismo o nel verbalismo acceso, sempre pronti a puntare il dito contro il nemico, a saltare il fosso incuranti dei giuramenti e della coerenza, portando tutto il peso dei valori negativi nel campo avverso salvo poi a risaltare il fosso.
    Il testo presentato è un classico sull'argomento e l'autore ha ben ambientato i personaggi nella provincia italiana che ha il pregio di osservare i fatti e di giudicarli per quello che sono.
    I personaggi sfilano ben descritti, sono reali, manifestano debolezze, viltà, meschineria e prepotenza ma anche orgoglio, fedeltà alla Patria, coraggio delle scelte operate nel momento più difficile della nostra storia patria che con l'8 settembre maledetto divise l'Italia confondendo i valori.
    Il testo è ben costruito e merita d'essere letto per avere cognizione del travaglio che ancora oggi è vivo nelle nostre coscienze fino a condizionare la nostra esistenza.
NUOVO FRONTE N. 151 (1995) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 
  
 
Forlenza Francesco CATTIVI MAESTRI 
Joppolo 1993 
La Perna Gaetano POLA-ISTRIA-FIUME 1943-1945 
Mursia 1993 
Cavaterra Emilio SACERDOTI IN GRIGIOVERDE 
Mursia 1993 
 
 
 
Arcella Andrea IL MIO 8 SETTEMBRE 1943 
Settimo Sigillo 1993  
Ceracchini Augusto BANDIERA PROIBITA 
Occidentale 1993 
Mieville Roberto FASCISTS' CRIMINAL CAMP 
L'artistica 2003
 
 

STORIA MILITARE
Periodico mensile, Maggio 1994, L. 6.000
ISBD: Storia militare - N. 1 (ott. 1993)- - Parma : Albertelli, 1993]- - v. : ill. ; 30 cm.(( - Mensile, Numerazione dei fascicoli progressiva negli anni.
Livello bibliografico: Periodico
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISSN - 1122-5289
Soggetti: Storia militare - Periodici
Classificazione: 355.009 - Arte e scienza militare. Storia egeografia.
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI - 1 (1993) - Scompl. 1993-1994
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM - 1(1993)
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA - 1(1993)-10(2002)- lac.1996
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI - 1(1993)-2(1994)
BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO - 7(gen.1999)
BG0026 - Biblioteca civica Angelo Mai - Bergamo - BG
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0244713
    La rivista presentata non ha condizionamenti ideologici e si propone per la conoscenza e la diffusione di specifici fatti ed argomenti di carattere militare con il sussidio di idonee documentazioni fotografiche, trittici e documenti di vario genere.
    Ben curata nell'impaginazione e nella grafica, si legge con piacere e non è rivolta solo agli addetti ai lavori ma si rivolge anche ad un pubblico attento ed incuriosito per la conoscenza di fatti d'arme e dei mezzi impiegati.
    Nel numero recensito sono interessanti tutti gli argomenti ma per la sua specificità e per concorrere alla conoscenza di un periodo volutamente nascosto della nostra storia si segnala l'articolo di Decio Romano dedicato a «l'ultimo assalto della Xa Flottiglia MAS». L'armistizio provocò la lacerazione delle coscienze, si infrangevano gli idoli dell'obbedienza, della disciplina per far posto ai valori più radicati nell'anima dei combattenti senza riserve mentali ove il bene della Patria ed il senso deU'Onore e della dignità trovavano spazio anche per non tradire il sacrificio dei Caduti.
    La flotta ingannata eseguì la consegna delle navi contro ogni tradizione marinaresca e questo fu un calice amaro per ogni Marinaio.
    I Marinai che, per scelta o per ventura, si ritrovarono nella Marina della Repubblica Sociale Italiana ebbero nella Xa MAS la migliore espressione del combattentismo dando vita a reparti terrestri ed imbarcati.
    I mezzi d'assalto, tradizione della Xa, sono ripristinati nelle loro funzioni e si distinguono nel contrastare lo sbarco di Anzio; l'ultimo combattimento vittorioso viene affrontato la sera dei 16 aprile 1945 contro il Cacciatorpediniere francese TROMBE al largo di Ventimiglia.
    Nell'articolo, oltre alla storia dei «barchini» della Decima, sono raccontate le vicende dei combattimenti affrontati.
    Dalle righe traspare la semplicità eroica di Uomini che affrontarono il nemico con il coraggio ragionato che solo le grandi cause sanno ispirare.  Questo articolo è un altro tassello di verità storica.
NUOVO FRONTE N. 145-146 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

LA Xa FLOTTIGLIA MAS La sua leggenda perché i giovani sappiano...
Ed. C.D.L. - L. 8.000, 20010 Bareggio (MI), Via A. Diaz 10, pag. 24. Pubblicazione edita con il patrocinio dell'Associazione Combattenti della Xa Flottiglia MAS. Può essere richiesta a CDL 20010 Bareggio (MI) via A. Diaz 10 - Tel. 02/90360682 0337/367924 Fax 02/90360192 MILANO
ISBD: La 10. flottiglia MAS : la sua leggenda - Bareggio : C. D. L., stampa 1993 - 24 p. ; 24 cm.(( - Tit. della cop.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
Codice identificativo: IT\ICCU\MIL\0402160
     A cura di Walter Jonna e con la collaborazione di Mario Bordogna e di Emilio Maluta, l'Ufficio Stampa della Xa flottiglia MAS ha diffuso il testo presentato affinché i giovani abbiano conoscenza dei valori che furono alla base delle scelte drammatiche della DECIMA.
    Il contrasto con i valori negativi oggi diffusi è evidente. Non il desiderio di facili guadagni ma l'attaccamento alla Patria e la difesa del Suo onore ha mosso ogni azione dei Marò della Decima che a migliaia affluirono volontari.
    La pubblicazione apre con una pagina di Valerio Borghese che spiega la scelta da Lui operata in nome degli eterni valori spirituali che animano il cuore di un Soldato. L'Inno della Decima è la sintesi dell'inizio della storia del Reparto che prende nome dalla Decima Legio di Giulio Cesare, la fedelissima composta da i «Triari», veterani di sperimentato valore e nerbo dell'Esercito romano.
    Dopo cinquant'anni di mistificazioni da parte di un regime di uomini corrotti, finalmente vi è un fiorire di scritti e opere che rivalutano i Soldati dell'onore mentre la vergogna ed il marchio di «assassini» viene sempre più applicato alle formazioni comuniste che trascinarono gli Italiani nel vortice della guerra civile.
    La motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare a Junio Valerio Borghese, gli accadimenti dell'8 Settembre, la lettera di Fecia di Cossato che si tolse la vita sotto il peso del «tradimento» della resa della Regia Marina agli inglesi, la cronistoria della Decima MAS nella R.S.I. con idonea documentazione che pone in risalto i rapporti con l'Esercito Germanico e la consistenza dei Reparti nati nei «seicento» giorni della R.S.I., la guerra partigiana ed un appello ai giovani (1943) ci danno la misura del valore ideale e documentale della pubblicazione che fornisce ampi elementi di base per uno studio più approfondito della storia della DECIMA.
    Ogni giovane di buoni sentimenti che sente nel cuore il pulsare degli eterni valori dei giovani come la lealtà, il senso dell'Onore, la dignità, la generosità, la franchezza, lo sprezzo dei beni materiali, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, la ribellione agli schemi invigliacchiti dalla prudenza e dall'opportunità, l'ardimento, il coraggio per fini nobili e un grande amore per la nostra Italia, troverà nelle pagine presentate motivo di rìflessione e d'esempio per fare strame delle falsità storiche di un regime nato dal tradimento e morto nella melma del disonore.
NUOVO FRONTE  N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

CINQUANT'ANNI DOPO: REPUBBLICA SOCIALE, FASCISMO, GERMANIA NAZIONALSOCIALISTA
Ed. l'UOMO LIBERO, rivista trimestrale n° 36, 20140 Milano C.P. 14035, L. 15.000, pag. 72
 
 
     Sono passati cinquant'anni dal 1943, l'anno più infausto per l'Italia, caratterizzato dai tradimenti della classe dirigente nazionale e di Casa Savoia.
    Nella ricorrenza del 25 luglio, stampa, televisione e libri interpretativi e memorialistici si sono affannati a spiegare i fatti alle giovani generazioni sempre seguendo la consolidata tradizione di gettare cortine fumogene sulla verità.
    Con il mese di settembre, cinquantenario della costituzione della la Repubblica italiana (quella Sociale per intenderci) avremo un'altra inondazione di falsi storici e sarà opportuna una grande azione di controinformazione per ristabilire una volta per tutte, a testa alta, che cosa rappresentò per gli italiani la Repubblica Sociale Italiana, che vide il coagularsi attorno alle sue bandiere di centinaia di migliaia di giovani desiderosi solo di riscattare l'Onore della Patria nel ricordo dei Caduti e come atto riparatorio nei confronti dell'alleato tradito.
    La pubblicazione di Piero Sella opportunamente s'inserisce nel filone «verità storica» e si rivela, con la consueta capacità di chiarezza d'esposizione e di ricerca delle fonti, un ottimo punto di partenza per rispondere alle provocazioni di regime.
    Il testo riporta una lucida analisi politica sulle motivazioni che indussero l'Italia ad entrare in guerra, espone in modo chiaro di chi furono le responsabilità dei tentennamenti che precedettero la scelta di campo, ed indica gli ambienti che tradussero in veri atti di sabotaggio della guerra la propensione ai legami con il mondo anglosassone dominato dalla massoneria e dal grande capitale che non accettava un'Europa forte, vitale e socialmente all'avanguardia.
    Il 25 luglio segna il punto di dissolvimento di un fascismo ormai ostacolato nel suo naturale sviluppo, invischiato dai suoi più alti esponenti nelle beghe di una corte che non esitava ad intrallazzare con il nemico vanificando il sacrificio di tanti Caduti, a sua volta vittima del suo stesso tradimento.
    La nascita della R.S.I. non è la prosecuzione di «quel Fascismo», ma è la rifondazione del fascismo delle origini, con la sua carica di spiritualità, di disinteresse per le convenienze personali per il bene della Patria.
    Gli uomini che furono chiamati a raccolta in un clima di dissoluzione morale e materiale seppero in pochi giorni riorganizzare uno Stato socialmente all'avanguardia, un Esercito con centinaia di migliaia di volontari, senza trascurare l'economia, la difesa dei confini orientali, l'istruzione pubblica, la giustizia, i trasporti, la lotta ai disertori e a chi aveva impugnato le armi per una restaurazione democratica o per affermare il dominio comunista ed, infine, il fare fronte alle pretese germaniche che trovavano fondamento nel tradimento di Badoglio.
    Con la R.S.I. la guerra parallela del passato regime, che significò spreco di energie e copertura al sabotaggio, diviene guerra totale, (senza speranza di benefici materiali) e una opportunità di riscatto. Che cosa rimane oggi delle idealità dei Fascismo Repubblicano? Come sarà ricordata la R.S.I.?
    L'Autore critica aspramente chi oggi viene indicato come l'erede dei valori repubblicani perché, a suo parere, sono stati rinnegati i principi che hanno caratterizzato i rapporti fra il fascismo ed il nazionalsocialismo per gestire una «clientela» di «nostalgici» rinunciando alla propria identità per ingraziarsi la tolleranza occidentale, democratica.
    Chi scrive queste righe, pur sottoscrivendo la lucida analisi e le conclusioni dell'Autore, giudica ingenerosa la presa di posizione nei confronti del «neofascismo» ufficiale. La fine del 2° conflitto mondiale ha determinato lo stravolgimento di tutta l'Europa, stragi, bandi dalla vita civile, persecuzioni, propaganda ossessionante, avevano posto la generazione che combattè fino all'ultimo giorno in condizione di non poter svolgere una lotta proficua pena l'annientamento totale. Solo circostanze internazionali favorevoli, come la divisione del mondo in due blocchi, permettendo una scelta occidentale giudicata come il minor male, per i maggiori spazi di manovra che consentiva, hanno permesso la possibilità di mantenere integri i valori del migliore fascismo condensati , nel motto d'Almirante «non restaurare e non rinnegare». La caduta del muro di Berlino ha alterato tutti gli equilibri di Yalta e per l'Europa si profila un futuro insperato che, però, non significa un ritorno puro e semplice al passato.
    Nel marasma attuale, frutto di cinquanta anni di democrazia parlamentare, si sente un grande bisogno di purificazione che solo i grandi valori espressi dall'etica idealista, ben interpretati dall'ultimo fascismo, elaborati e trasmessi tramite la capacità di sopravvivenza del M.S.I. (che non ha permesso il dissolvimento di un grande patrimonio di uomini e di idee) possono offrire al popolo italiano per la sua resurrezione morale, politica e sociale.
    La lettura della pubblicazione è raccomandata per una migliore conoscenza della nostra storia, per scrollarci di dosso le scorie della guerra perduta che ancora influenzano il nostro comportamento politico e per ridare voce a quei valori nazionali e sociali già espressi dalla R.S.I..
NUOVO FRONTE N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

Carla Piccoli Marò della IV IL COMPITO DELL'ANGELO
A cura del Btg. BARBARIGO Xa Flott. MAS-RSI, Peschiera, Piccola Caprera, 2.5.1993, 1943 CINQUANTENARIO 1993 pag. 16
 
 
    ... «Per la Decima ed il Barbarigo, e particolarmente per i Marò della IV, Carla è anch e qualcos'altro e qualcosa di piu: sorella del nostro amatissimo S.t. degli Alpini Alberto Piccoli, caduto eroicamente alla testa dei suoi Marò di Fanteria di Marina nella conquista del Monte San Gabriele (Gorizia) il 21 gennaio 1945, lo ha sostituito con intelligenza ed amore in tutti questi anni ogni volta che ci siamo riuniti tanto da meritarsi la... promozione - honoris causa - a Marò della IV».
    Carla Piccoli. è anche scrittrice di saggi scientifici, e romanzi, laureata in chimica industriale, studiosa di Antropologia, Paleoantropologia e Psicologia con particolare riferimento alla Riabilitazione.
    E' la fondatrice della Cooperativa «Intervento» di Mestre che gestisce un Centro di Riabilitazione che fino ad oggi ha seguito oltre 3.500 ragazzi.
    Le idealità ed i valori di Carla Piccoli sono sintetizzati nella «favola», presentata e più che favola è poesia tanti e tali sono i sentimenti che suscita.
    Con prosa chiara, semplice ma efficace, ci narra la storia di un angelo disceso sulla terra per apprendere il significato delle parole che gli uomini usano per comunicare e per esprimersi. Tutto è semplice quando i. termini sono chiari e luminosi, ma la confusione è grande quando bisogna dare un significato a parole come soldato, guerra, onore, dignità, coerenza, fedeltà, fronte, sacrificio, alleato, nemico, tradimento...
    E una ragazzina bionda dietro le sbarre di una prigione che fa chiarezza nell'angelo e lo induce a rimanere sulla terra; quella ragazzina «libera» dietro le sbarre, i soldati dietro il filo spinato, morti insepolti e valori ribaltati...
    Ogni parola è tornata al suo posto. L'angelo è invecchiato, rientra in cielo mentre su un prato verde sale una bandiera tricolore a suggellare con le lacrime di tanti combattenti dell'Onore il vero significato di Patria, onore, ideale, dovere, lealtà. Anche la parola GIUSTIZIA ha ritrovato il suo posto.
    Favola per adulti e per piccini dal profondo significato che fa piazza pulita della menzogna di regime.
NUOVO FRONTE  N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

Mario Varesi CONCERTO DI POESIA IN DUE TEMPI Dalla saga «ADRIATICA 255 PER VOI FRATELLI»
Adriatica
 
 
     Mario Varesi è ormai noto, per il profondo amore che pone nel mantenere vivo il ricordo delle nostre Terre Irredente. Scuotitore delle coscienze assopite non si arrende all'insipienza dei governi di regime ed al voluto silenzio della stampa e della televisione complici di quei comunisti che urlavano «da Gorizia a Monfalcon Tito Tito».
    E' grazie ad uomini come Mario Varesi che manteniamo vivo il ricordo di tanto dolore sofferto dai nostri fratelli d'Istria e di Dalmazia auspicando la riannessione alla Madre Patria.
    Nei versi di Varesi rivivono i sacrifici di sangue dei nostri fratelli rei d'essere stati italiani, di aver contrastato la rapina slava, di aver lottato contro la barbarie che della guerra fa strumento di persecuzione e di «pulizia etnica».
    Stampa e televisione non perdono occasione per parlare dei campi nazisti, ma non un rigo, non una parola sulla bestiale brutalità slava.
    Nessuno richiama alla memoria quei giorni che videro i nostri fratelli costretti a bere il proprio sangue, le donne violentate e crocefisse, famiglie intere gettate nelle foibe carsiche; tutti esprimono pietà per croati, serbi, mussulmani, bosniaci che si combattono con i metodi già sperimentati sulle nostre carni e nessuno addita al disprezzo delle genti questi metodi. La protesta più alta viene mossa alle pillole anticoncezionali distribuite alle donne violentate senza esclusione o rispetto per le religiose.
    Per centinaia d'anni le genti latine d'Istria e di Dalmazia fecero barriera contro la barbarie dell'est, ma furono sconfitte solo dal tradimento di altri latini che in nome del comunismo o per ignavia politica cedettero i sacri confini.
    Grazie a Mario Varesi per la sua ostinazione, il coraggio, la combattività che alimentano la fiamma del ricordo e della speranza.
NUOVO FRONTE N. 135 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

Amelio Cuzzi PER NON DIMENTICARLI SETTEMBRE 1943 MAGGIO 1945
Ed. Unione degli Istriani, Via Silvio Pellico 2 - Trieste, pag. 42
 
 
     La guerra nella ex Jugoslavia ha riportato l'attualità sugli avvenimenti passati e presenti che hanno caratterizzato la travagliata storia dei Balcani. L'Italia, distratta ed addormentata da quarantotto anni di finta democrazia tutta tesa al quieto vivere per non disturbare gli intrallazzi della classe politica dirigente, finalmente s'è ricordata della tragedia delle genti dalmate ed istriane che dopo un immane sacrificio di sangue hanno dovuto abbandonare in massa la terra dei Padri per rifugiarsi nelle braccia di una Madre incatenata ed avvilita da altri figli immemori dei valori che fanno grande un popolo anche nella sconfitta.
    Da questi nostri Fratelli istriani abbiamo ricevuto una grande lezione d'italianità.
    Neanche questa volta, però, i partiti di governo, intenti alle ruberie, hanno avuto un sussulto di dignità per la difesa degli interessi nazionali ed hanno abbandonato ogni rivendicazione atta alla tutela delle genti istriane.
    La televisione ed i mezzi di comunicazione ci informano sui massacri che serbi, sloveni, croati, bosniaci, mussulmani, ortodossi, cattolici, commettono l'uno contro l'altro, come fossero presi da pazzia collettiva, ma nessuno ricorda la follia dei massacri che nelle foibe ebbero la massima espressione di ferocia per il metodo ed il fine. La purificazione etnica fu inventata dagli assassini di Tito ed il risultato fu la slavizzazione di terre italiane e l'abbattimento dei simboli della civiltà romana e veneziana.
    Nell'opera presentata viene riportata la documentazione fotografica del martirio di Parenzo, l'elenco delle vittime ed il racconto degli scampati.
    Sessantadue vittime a Parenzo, cinque ad Abrega, sedici a Torre, undici a Villanova di Parenzo; uccisi perché Italiani.
    Vogliamo rassicurare i nostri Fratelli d'Istria e di Dalmazia che esistono ancora degli italiani che non dimenticano i sacrifici di coloro che tutto diedero alla Patria comune e che con loro mantengono viva la fiamma del ricordo: per non dimenticare mai!
    Il testo merita ampia diffusione fra i giovani che ignorano la vera storia della nostra Patria.
NUOVO FRONTE N. 133 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

LA RIVISTA DALMATICA
diretta da Nicolò Luxardo de Franchi Volume LXIV 1993, anno XL della IV serie
Ed. Associazione nazionale dalmata - Roma, Pubblicazione trimestrale dell'Ass. Naz. Dalmata, pag. 96, Quota annua comprensiva invio Rivista L. 30.000 estero 40.000, C.C.P. n° 14037006 intestato, Associazione Naz. Dalmata, Piazza di Firenze 27, 00186 Roma
ISBD: Rivista dalmatica - Zara : E. de Schonfeld - v. ; 25 cm.(( - Periodicita non determinata, Poi trimestrale
Livello bibliografico: Periodico
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISSN - 0393-4624
Bibliografia Nazionale - 1899 4287
Comprende: Zara e la Dalmazia dall'armistizio allaritirata delle truppe tedesche : note eappunti (1943-1944) / Mario Dassovich
Gli archivi della Dalmazia durante la secondaGuerra mondiale e l'opera di Giorgio Cencetti/ Elio Lodolini.- Roma : AssociazioneNazionale Dalmata, 1987
A Nicolo Tommaseo nel centenario della suamorte l'Associazione Nazionale Dalmata dedicaquesto numero unico della Rivista dalmatica(n. IV-1973) / compilato a cura di ManlioCace
[ Scritti scelti di Ildebrando Tacconi]
Miscellanea in onore di Giuseppe Praga,storico e patriota dalmata
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: RA0036 - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - RA - 1(1899);21(1940)-22(1941) lac.
FI0208 - Biblioteca di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI
TS0013 - Biblioteca civica Attilio Hortis - Trieste - TS - 1(1899)-(1905),(1907)-(1911),(1922)-(1943)fas c.1-2;(1953)-(1960)
GO0025 - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - GO
MO0052 - Biblioteca dell'Accademia Nazionale di Scienze Lettere ed Arti - Modena - MO
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI - 1(1899)-3(1903);6(1922)-24(1943);1(1953)-72(2 001)- lac. 1995;1997
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM - 1(1899)-72(2001)- ind. 1953-1979
PD0322 - Biblioteca del Dipartimento di geografia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD - 16(1935).
TS0137 - Biblioteca generale dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS - 16(1935);18(1937)-19(1938);21(1940)-23(1942); 25(1953/54)-73(2001)
BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO - 1899;1922-1943;1973;1988- lac1899;1930;1942-1943;1973;1988;1990-1991;19 96;
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI - 1899-1904;1930-1932;1954- lac. 1900-1901;1930-1932;1956;1967;1971-1972;1979; 1981
TR0022 - Biblioteca comunale Luigi Fumi - Orvieto - TR - 1901; Lac. 1901;
PD0323 - Biblioteca del Dipartimento di lingue e letterature anglo-germaniche dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD - 1984-1989
NA0079 - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - NA - 28(1957)
BO0311 - Biblioteca del Museo civico del I e II Risorgimento - Bologna - BO - 3(1992) 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI - 33 (1962) Scompl
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI - 6(1922/23)-24(1943) lac 1943
MO0115 - Biblioteca comunale Campi - Costa Giani - San Felice sul Panaro - MO - 65(1994)-69(1998); 71(2000)-72(2001); lac. 1994; indici 1899-1998;
TS0252 - Biblioteca del Dipartimento di scienze geografiche e storiche dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS - 71(2000)
MO0089 - Biblioteca Estense - Modena - MO
PD0070 - Biblioteca dell'Archivio di Stato di Padova - Padova - PD
PD0158 - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - PD
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0230978
***
ISBD: La rivista dalmatica - Roma : Associazione nazionale dalmata - v. : 24 cm.(( - Descrizione basata su: v. 62, n. 1(gen./mar. 1991), Trimestrale
Livello bibliografico: Periodico
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISSN - 0393-4624
Comprende: A Nicolo Tommaseo nel centenario della suamorte : l'Associazione nazionale dalmatadedica questo numero della Rivista dalmatica(n. 4.-1973) / compilato a cura di ManlioCace
Soggetti: DALMAZIA - Storia - Periodici
Classificazione: 949.72005 - Storia della Croazia. Pubblicazioniin serie
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: PR0072 - Biblioteca Palatina - Parma - PR - Posseduto: 1971-1987; 1994- (Indici 1953-1979)
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO - TO001 8(1925)-23(1942) Lac. 21(1940); 23(1942)
TO0529 - Biblioteca centrale della Facolta' di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Torino - Torino - TO - TO023 6(1922)-7(1924); 9(1927/28)-23(1942) Lac. 6(1922); 7(1924); 18(1937); 23(1942)
MI1260 - 1 v. 62(1991)-68(1997)
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE - 1(1899)-72(2001)
VE0047 - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - VE - 21 (1940)-24 (1943) ; 58 (1987)
VE0237 - Biblioteca dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti - Venezia - VE - 21 (1940)-24 (1943) ; 58 (1987)
PD0090 - Biblioteca civica - Padova - PD - 24(1953)-72(2001)- lac 1953-54
RM0997 - Biblioteca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM - 50(1979)-51(1980); 57(1986); 71(2000).
VE0039 - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia - VE - 6(1922/23)-24(1943); 1973-46(1975) lac. 1922-24; 1974-75
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM - 6(1922/23)-24(1943);26(1955);28(1957)-29(1958 );44(1973);58(1987);61(1990)
VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI - 62(1991)-72(2001)
BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO
BO0526 - Biblioteca del Dipartimento di archeologia dell'Universita' degli studi di Bologna - Bologna - BO
FI0211 - Biblioteca di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI
PA0064 - Biblioteca centrale della Regione siciliana - Palermo - PA
RA0036 - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - RA
RM0249 - Biblioteca della Societa' romana di storia patria - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
RM0275 - Biblioteca romana e emeroteca - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\VEA\0011065
    La storia senza la cronaca non è comprensibile perché solo la cronaca ci porta nel vivo delle situazioni individuali che poi determinano le azioni e le reazioni.
    Nella Rivista presentata viene riportato «Il calvario della Dalmazia italiana (1943 1944)» ripreso dalla «Storia della Venezia Giulia» di Livio Grassi, e fin dalle prime righe di lettura la storia e la cronaca si intrecciano facilitando la comprensione degli avvenimenti per la formulazione di un giudizio serio ed approfondito.
    Il 7 agosto Badoglio scioglie il Governatorato della Dalmazia dal quale dipendevano le prefetture di Zara, Spalato e Cattaro, per cui subentra un regime militare al governo civile.
    L'8 settembre sorprende la nuova organizzazione di governo in una fase delicata ove gli uomini preposti sia per caratteristiche personali che per mancanza di direttive non si dimostrarono all'altezza della situazione determinando il caos e lo sbandamento delle Forze Armate. Era l'occasione attesa dai Croati di Pavelich e dai partigiani di Tito.
    Inizia così la tragedia della Dalmazia e delle popolazioni veneto-latine esposte alla offesa delle forze aeree alleate, alla mancanza di viveri e medicinali, alla pressione slava spesso facilitata dai tedeschi.
    Nel testo viene riportato un ampio carteggio che testimonia quanto fu ostinata la difesa degli interessi nazionali per preservare quelle terre alla Madre Patria. La mancanza di idonei collegamenti non fu sufficiente per far arrendere le autorità della R.S.I. che impersonate dalla prestigiosa personalità del prefetto Coceani combatterono fino all'ultimo per mantenere la Bandiera italiana sulla Dalmazia.
    Viveri, danaro, assistenza medica, trasporti, comunicazioni, tutto mancava mentre fortissima era esercitata la pressione slava che non tollerava tanta resistenza alle proprie brame. Purtroppo con lo sgombro delle truppe germaniche fu operato anche lo sgombero delle popolazioni italiane che lasciarono quelle terre arrossate dal sangue di tanti innocenti rei di non rinnegare la Patria.
    La Rivista è molto interessante e con i documenti riportati ci illustra un momento della nostra storia che rischia di essere dimenticato per la viltà di chi ci governa.
NUOVO FRONTE N. 133 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

Piero Calamai VECCHIA PELLE
Manoscritto da richiedere all'Autore, Via Baracca 40, 50127 - Firenze, Ed..fuori commercio, pag- 70 
     La veste editoriale non induce alla lettura. Gli argomenti trattati, lo stile della narrazione, la freschezza delle immagini descritte ti appassionano e ti costringono al testo meglio di un libro giallo.
    La narrazione di un romanzo è finzione, è colpi di scena, è avventura. Nel testo presentato la narrazione, tranne la finzione, è quella di un romanzo: è la vita, i sentimenti, le reazioni, le decisioni di un giovane italiano che coerentemente e lealmente ha dato il suo contributo prima per la vittoria e poi per l'Onore della Patria.
    Piero Calamai nasce, cresce e si forma nell'era fascista. Partecipa agli entusiasmi del popolo italiano per l'ordine restaurato, per la crescita civile dell'Italia e per la conquista dell'Impero. Allo scoppio della guerra fa di tutto per arruolarsi e partecipa alla campagna di Russia dalla quale rientra riportando ferite multiple. Potrebbe chiudere in bellezza il suo ciclo di combattente ed invece insiste per tornare in linea. La sua passione è il mare, sta per ottenere l'imbarco ma l'armistizio travolge uomini e mezzi nel suo marasma generale.
    Per molti italiani non vi furono dubbi: bisognava tornare a combattere per salvare l'onore dell'Italia. L'autore risponde alla chiamata della Decima MAS e con il Battaglione Barbarigo partecipa alle operazioni contro la testa di ponte di Anzio e Nettuno per la difesa di Roma.
    Il Barbarigo si batte con estremo valore e ripiegherà solo per ordini superiori.
    Dalla partecipazione personale di Piero Calamai abbiamo la testimonianza di quanto fu strenua la lotta e quale fu la passione che animò i combattenti della Xa.
    Le vicende di Piero Calamai terminano con la cattura e la prigionia.
    La lettura ci offre un'efficace descrizione della vita dell'epoca resa ancora più suggestiva dalla trascrizione delle canzoni di pace e di guerra allora cantate. Interessanti le riflessioni che l'Autore riporta sulle motivazioni della guerra e sulla società attuale. Per un buon editore potrebbe essere un affare.
NUOVO FRONTE N. 131 (1993) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno.

Alessandro Zanella L'ORA DI DONGO
Rusconi, L. 29.000, pag. 560
Zanella, Alessandro
ISBD: L' ora di Dongo / Alessandro Zanella - Milano : Rusconi, 1993 - 559 p. ; 21 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-18-12113-8
Bibliografia Nazionale - 94-6490
Nomi: Zanella, Alessandro
Soggetti: Mussolini, Benito - Cattura
Classificazione: 945.0915092 - STORIA D'ITALIA, 1922-1943.BIOGRAFIE
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL
AL0114 - Biblioteca civica Giovanni Canna - Casale Monferrato - AL
CN0002 - Biblioteca civica Giovanni Ferrero - Alba - CN
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
MI1155 - Biblioteche pubbliche rionali - Milano - MI
MN0035 - Biblioteca comunale Roberto Ardigo' - Mantova - MN
MN0120 - Biblioteca del Centro culturale polifunzionale Gino Baratta - Mantova - MN
MO0115 - Biblioteca comunale Campi - Costa Giani - San Felice sul Panaro - MO
MO0127 - Biblioteca comunale Francesco Selmi - Vignola - MO
OR0037 - Biblioteca comunale - Oristano - OR
PA0064 - Biblioteca centrale della Regione siciliana - Palermo - PA
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
RE0072 - Biblioteca comunale Gaetano Salvemini - Scandiano - RE
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
RM0280 - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - RM
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN
TV0114 - Biblioteca comunale - Treviso - TV
VI0172 - Sistema bibliotecario urbano di Vicenza - Vicenza - VI
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0230144
    Quando avvenne l'assassinio di Mussolini ed il massacro di Dongo avevo diciassette anni ed ebbi un moto di rabbia impotente, un impulso ad una preghiera per i Caduti ed una maledizione per gli esecutori.
    Ancora oggi, al pensiero di quanto accadde, non so trattenere un brivido di raccapriccio e.non so perdonare agli assassini.
    Alla strage seguì il ludibrio dell'esposizione dei corpi martoriati all'offesa della plebaglia, senza che da parte del Cardinale Schuster o di altra autorità civile o militare alleata si muovesse un dito per evitare o far cessare quello spettacolo indegno e bestiale, che annullava secoli di cristianesimo e di convivenza civile.
    Solo l'annebbiamento dei cervelli operato dal comunismo noteva provocare tanta malvagità, ripetendo le stragi dell'ottobre rosso della rivoluzione bolscevica.
    Se sono chiari i macabri fatti di Piazza Loreto, non altrettanto lo sono quelli che portarono il Duce ed i suoi collaboratori alla morte.
    Gli ultimi giomi di vita della Repubblica Sociale si svolgono in una atmosfera surreale sotto l'incalzare degli avvenimenti militari che culminano con il crollo del fronte e la mancata difesa sul Po.
    Le trattative segrete che già da tempo venivano espletate dal Comando Tedesco, all'insaputa di Mussolini e di Hitler, con il Comando Alleato provocarono il ritiro dell'esercito tedesco verso la Germania, con il risultato di esporre le Forze Armate della Repubblica Sociale e tutto l'apparato governativo alle conseguenze dell'offensiva AngloAmericana.
    E a questo punto che si inserisce la ricostruzione operata dall'Autore, con il testo presentato, inserendosi con validi elementi di studio e di analisi fra i tanti scritti che in questi anni, sono stati pubblicati difendendo tesi di parte o manovre di annebbiamento della verità.
    Zanella, con la sua fatica, tende alla verità e la raggiunge con l'intelligente confronto delle narrazioni dei testimoni, lo studio dei luoghi e le analisi delle documentazioni disponibili.
    Sono presi in esame gli ultimi undici giorni di vita del Duce che vanno dal 18 Aprile al 28 Aprile 1945.
    Il 16 Dicembre 1944 l'ultimo bagno di folla al Teatro Lirico di Milano, un ritorno fra i fedeli dell'ultima ora che, in dedizione assoluta alla Patria, si identificavano in Lui come ultima speranza di riscatto.
    All'entusiasmo degli Italiani, ancora partecipi alla sorte dell'Italia, si opponeva la cruda realtà della guerra civile e quella dell'invadenza germanica. L'improvvisa decisione di recarsi con i componenti del Governo da Gargnano a Milano il 18 Aprile, nonostante alcuni pareri contrari, e la predisposizione di tutte le contromisure, in caso di rottura del fronte a Bologna, ci fanno ritenere che ci fosse una decisa volontà di Mussolini per procedere ad un ordinato passaggio di poteri, tenendo in grande attenzione la sorte e la vita della popolazione, con particolare riguardo per la sorte dei fascisti e delle loro famiglie. Ma il precipitare degli eventi, agevolato dal comportamento dell'Alto Comando tedesco che aveva stipulato accordi segreti di resa con ali Alleati, pregiudicò ogni possibilità di ripiegamento in Valtellina, giudicata la zona più idonea per procedere al concentramento delle truppe e dei fascisti. Il tentativo di patteggiamento con il CLNAI fallisce anch'esso per l'insipienza ed il pretesco e pilatesco comportamento del Card. Schuster, tendente ad accordarsi con i nuovi padroni piuttosto che a procedere ad una cristiana presa di posizione che salvasse dalla strage una moltitudine di inermi.
    Fallito, dunque, ogni tentativo d'intesa con il CLNAI ormai preda del Partito comunista, scartata ogni ipotesi di resistenza a Milano, dove le forze fasciste erano prevalenti, per risparmiare alla città lutti e distruzioni, rimane obbligata la scelta di ritirarsi in Valtellina.
    Alla proposta di sconfinare in Svizzera Mussolini risponde sdegnato ed ha inizio la diaspora che lo condurrà alla morte.
    A Como si vivono ancora delle ore di attesa fra discussioni, progetti e intrighi di doppiogiochisti finchè la colonna riparte per giungere all'epilogo.
    Musso, Dongo, Giulino, sono le tappe dolorose con la speranza, alternata alla certezza del sacrificio finale in ossequio alla sete di sangue, contrabbandata per giustizia popolare, dai comunisti agli ordini di Stalin, decisi ad eliminare ogni volontà e capacità di opposizione alla loro presa del potere.
    Pedro, Bill, Gianna, Neri, Valerio, Schuster, Wolff, Longo, Pertini e quanti altri che come pedine parteciparono direttamente o indirettamente al massacro ed al vilipendio, rimangono sullo sfondo della Storia inchiodati dal tradimento e del sangue che caratterizzò l'intera vicenda.
    L'ora e l'oro di Dongo sono un'espressione per due misteri: le modalità dell'assassinio del Duce e di Claretta Petacci, e la fine del «tesoro di Dongo».
    La ricostruzione di Zanella è molto vicina alla verità, soffragata da validi riscontri che confermano le attente analisi dei fatti e delle circostanze.
    Merita particolare attenzione la dissociazione del Sindaco di Dongo, Rubini, che osò ribellarsi alle decisioni di Valerio per la fucilazione in piazza, di fronte alla popolazione, dei Ministri e dei Gerarchi della R.S.I., giungendo a dare le dimissioni, sottolineando la barbara decisione come contraria ad ogni legge morale ed in contrasto con lo sbandieramento della giustizia come elemento di rinnovamento.
    I Caduti seppero mantenere un contegno dignitoso, consapevole del sacrificio imposto, sereno, eroico, lanciando sul «muso» degli assassini un triplice «Viva l'Italia - Viva il Duce», esempio di coerente fede che dava consistenza etica alla.loro morte, scrivendo una pagina storica che farà riflettere le giovani generazioni.
    E' così che nasce la Repubblica che oggi sta morendo tra il sangue delle cosche politico mafiose, la vergogna della corruzione e la dilapidazione di ogni risorsa.
    Il testo presentato rappresenta la rivalutazione storica delle ultime giomate della R.S.I., ed il frutto di un immane sforzo di ricerca e consultazione di prove, interviste ai superstiti, confronto di testi e dichiarazioni.
    E' l'ultima verità in attesa che esca finalmente quella celata negli archivi comunisti di Mosca o di Roma, che forse fornirà gli opportuni dettagli ed i veri nomi dei carnefici.
NUOVO FRONTE N. 142 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Umberto Maria Bottino "SAPEVAMO DI PERDERE" 1943 Milano 1993
pagg.348, Rozzano (MI), 1993
Bottino, Umbertomaria
ISBD: Sapevamo di perdere / Umbertomaria Bottino - Milano : a cura dell'A., 1993 - 346 p. : ill. ; 24 cm
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Bottino, Umbertomaria
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0523293
    Ricorre il cinquantenario della costituzione della Repubblica Sociale Italiana e la data, malgrado i perduranti ostracismo da parte delle autorità e dei mezzi di comunicazione di massa, viene onorata con la pubblicazione - da parte dei reduci da quella mattanza - di testimonianze, cronache, diari, analisi.
    Umberto Maria Bottino contribuisce con uno splendido «Sapevamo di perdere», nel quale narra le vicende del II Battaglione 3° Reggimento Bersaglieri, composto prevalentemente da volontari, studenti universitari milanesi.
    Il reparto, formatosi nell'ottobre del 1943, dopo un periodo di intenso addestramento, subisce la frustrazione di essere inviato in Liguria in difesa costiera, anziché al fronte Sud, mentre gli studenti sono esclusi dai corsi Allievi Ufficiali, contro ogni tradizione nazionale e quanto avveniva per i licenziati da scuole medie superiori affluiti ad altri corpi.
    In Liguria la situazione peggiora ed i bersaglieri vengono sottoposti al tormento di una guerriglia fratricida, terroristica, spietata, ma i ragazzi reggono all'usura e la loro solidità viene ricompensata perché in autunno, quando si ha lo sbarco anglo-americano in Provenza, sono inviati a Mentone a guarnire un tratto di fronte alpino.
    La fine del conflitto vede i bersaglieri partecipare ad un'ordinata ritirata, inseriti in una grossa colonna italotedesca che, dopo una settimana di marcia, consegna le armi a truppe americane, ad Ivrea il 3 maggio.
    Bottino ci racconta tutto questo in una prosa vivace, direi brillante, senza sottostare a schemi cronologici, né soggiacere alle precisazioni pedanti. Ci troviamo di fronte al film di diciotto mesi di vita di questi ragazzi, che attraverso la bufera riescono a mantenere intatto il loro spirito, adattandosi ad ogni sacrificio, reggendo la terribile usura della guerriglia, fedeli alla Bandiera che avevano scelta: «combattere fino all'ultimo per l'Onore d'Italia».
    Va aggiunto che il testo è impreziosito da pagine che ragungono un lirismo di grande gratificazione per il lettore.
NUOVO FRONTE N. 138 (1994) Teodoro Francesconi Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M. Bruno. 

 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Klinkhammer, Lutz 
ISBD: Zwischen Bundnis und Besatzung : das - Tubingen : Niemeyer, 1993 - X, 615 p. ; 24 cm. - Bibliothek des Deutschen HistorischenInstituts in Rom 
Collezione: Bibliothek des Deutschen HistorischenInstituts in Rom 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 3484820756 
Nomi: Klinkhammer, Lutz 
Soggetti: Italia e Germania - 1943-1945 
Repubblica sociale italiana . 1943-1945 
Classificazione: 945.0916 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946 
Paese di pubblicazione: DE 
Lingua di pubblicazione: ger 
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
MC0255 - Biblioteca del Dipartimento di studi su mutamento sociale, istituzioni giuridiche e comunicazione dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC 
MI1262 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO 
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE 
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0317919 
Baldoni, Adalberto 
ISBD: Fascisti (1943-1945) / Adalberto Baldoni - Roma : Settimo Sigillo, [1993] - 363 p. ; 24 cm. 
Collezione: La bifora 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Nomi: Baldoni, Adalberto 
Soggetti: ITALIA - 1943-1945 
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945 
Classificazione: 945.0916 - Storia d'Italia. Periodo dellaresistenza armata e della fine del regno,1943-1946. 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO 
BO0442 - Biblioteca del Dipartimento di Discipline Storiche. Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM1189 - Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito - Roma - RM 
Codice identificativo: IT\ICCU\UBO\0278550 

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