Silvano Villani L'ECCIDIO DI SCHIO Luglio
1945: una strage inutile.
Mursia Ed. Pag. 125, Lire 22.000
Villani, Silvano
ISBD:
L' eccidio di Schio : luglio 1945: una - Milano : Mursia, 1994 - 125 p.,
[8] c. di tav. : ill. ; 22 cm. - Testimonianze fra cronaca e storia
Collezione:
Testimonianze fra cronaca e storia
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Numeri:
ISBN - 88-425-1725-9
Bibliografia Nazionale -
94-11641
Nomi:
Villani, Silvano
Soggetti:
Guerra mondiale 1939-1945 - Eccidio di Schio
Classificazione:
940.5405094535 - STORIA MILITARE DELLA SECONDAGUERRA MONDIALE. MISURE REPRESSIVE
EATROCITA. Vicenza (prov.
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della
societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
AQ0156 - Biblioteca della
Facolta' di lettere e filosofia dell'Università degli studi di L'Aquila
- L'Aquila - AQ
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto
per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia
di Asti - Asti - AT
BI0025 - Biblioteca civica
- Biella - BI
BL0081 - Biblioteca dell'Istituto
storico bellunese della Resistenza e dell'eta' contemporanea - Belluno
- BL
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto
storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
FE0152 - Biblioteca della
Facoltà di lettere e filosofia Amleto Bassi dell'Università
degli studi di Ferrara - Ferrara - FE
FI0098 - Biblioteca nazionale
centrale - Firenze - FI
MI0162 - Biblioteca comunale
- Palazzo Sormani - Milano - MI
MI0185 - Biblioteca nazionale
Braidense - Milano - MI
MI0305 - Biblioteca Ferruccio
Parri - Milano - MI
MO0135 - Biblioteca civica
Antonio Delfini - Modena - MO
NA0079 - Biblioteca nazionale
Vittorio Emanuele III - Napoli - NA
PD0328 - Biblioteca del
Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova
- PD
RA0030 - Biblioteca di storia
contemporanea - Ravenna - RA
RM0255 - Biblioteca di storia
moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale
centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto
storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
TV0015 - Biblioteca comunale
- Castelfranco Veneto - TV
VA0059 - Biblioteca civica
Luigi Majno - Gallarate - VA
VI0096 - Biblioteca civica
Bertoliana - Vicenza - VI
Codice
identificativo: IT\ICCU\BVE\0057655
Presentazione
in Formato ISBD
La guerra era finita da oltre due mesi, ma si era
appena agli inizi del grande massacro che vide impegnati molti partigiani
delle formazioni comuniste desiderosi di sbarazzarsi di quanti più
fascisti e borghesi possibile.
Nelle carceri di Schio erano detenute oltre ottanta
persone senza accuse specifiche e per esse era in corso l'ordine di scarcerazione
che venne artatamente ritardato per dare corso all'eccidio. Nella notte
fra il sei ed il sette luglio 1945 lunghe scariche di mitra, sparate da
elementi che erano riusciti a penetrare nel carcere, uccisero 53 detenuti,
ne ferirono più o meno gravemente 17 e la salvezza di altri 13 fu
favorita dai corpi dei compagni posti in prima fila.
Furono avviate indagini per individuare i responsabili,
ma un muro di omertà si levò a favore degli assassini alcuni
dei quali fuggirono nei paesi comunisti con la compiacente collaborazione
dei P.C. italiano.
Nel testo sono riportate con precisione tutte le
fasi della strage, le vittime coinvolte, le responsabilità "alleate",
gli esiti dei processi e la dolorosa storia dell'applicazione di una lapide,
in ricordo dell'eccidio, fortemente e speciosamente ostacolata dal rappresentante
di Rifondazione Comunista nel Comune di Schio.
Il libro, corredato da fotografie e documentazione
varia di riferimento, è molto interessante ed inchioda gli assassini
alle responsabilità personali individuali, con sullo sfondo le direttive
politiche all'epoca in vigore per preparare l'evento rivoluzionario come
corollario della "liberazione".
La lettura è avvincente, ci ricorda emozioni
e rabbie del passato.
NUOVO FRONTE N. 169 (1996) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M.Bruno.
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Giorgio Pisanò SANGUE CHIAMA SANGUE
C.D.L. EDIZIONI c/o Gianfranco La Vizzera, Via Maniago 6 - 20134 Milano,
L. 38.000
Pisano, Giorgio <1924-1997>
ISBD:
Sangue chiama sangue / Giorgio Pisano - 18. ed - Milano : C.D.L. Edizioni,
1994 - 299 p. : 8 c. di tav. ; 21 cm.
Livello
bibliografico: Monografia
Tipo
documento: Testo a stampa
Nomi:
Pisano, Giorgio <1924-1997>
Paese
di Pubblicazione: IT
Lingua
di Pubblicazione: ita
Localizzazioni:
AT0004 - Biblioteca consorziale astense - Asti - AT
Codice
identificativo: IT\ICCU\TO0\0768590
Manderei una copia del volume al Presidente
della Repubblica per risvegliare in lui antichi ricordi e perché,
ponendosi una mano sulla coscienza, trovi la forza per una esternazione
televisiva che sgombri il campo da cinquantennali menzogne
Diciotto edizioni (nel '62 la prima) del testo presentato
hanno portato un enorme contributo a quella verità sempre sussurrata
ma mai evidenziata pubblicamente sulla responsabilità morale e materiale
del PCI per il bagno di sangue cui furono sottoposti tanti inermi cittadini
italiani.
L'8 settembre 1943 l'Italia è attonita, non
si rende conto dell'immane sciagura che sta per abbattersi su di lei, le
frange più sconsiderate, o meglio le più influenzabili dalle
apparenze, esultano per la fine della guerra e dei patimenti ad essa connessi.
E' in questo clima che la R.S.I. riorganizza l'apparato
statale per provvedere alle esigenze della popolazione e per bloccare tutte
le iniziative di vendetta da parte dei tedeschi che si sentivano traditi.
E' interesse, delle Autorità mantenere la
pace sociale e l'ordine interno. Anche gli antifascisti, certi della fine
della guerra entro brevetemine, hanno interesse ad agitare le acque e stabiliscono
un tacito patto per non dare inizio alla guerra civile.
La situazione non piace ai comunisti che preferiscono
il sangue ed il terrore alla pace interna ed iniziano, con l'uccisione
di Igino Ghisellini, Federale di Ferrara, la serie di attentati ed uccisioni
che vedranno come vittime i Federali Aldo Resega di Milano, Eugenio Facchini
di Bologna ed Arturo Capanni di Forlì.
Si tratta di Uomini di primo piano del fascismo,
certamente i più equilibrati e prudenti nei difficili contatti d'ambiente.
E così che si provocano le prime ritorsioni
da parte degli elementi più reattivi del fascismo, coinvolgendo
anche avversari politici incolpevoli.
Gruppi di militari sbandati prigionieri evasi e
disertori si aggirano nelle zone montane ove alcuni Ufficiali del Regio
Esercito, in ossequio agli ordini di Badoglio, cercano di organizzare delle
formazioni per la guerriglia. Sono pochi elementi senza armamento, ma animati
da un vivo senso del dovere.
I comunisti, sempe pronti ed organizzati, con dei
quadri esperti nella lotta rivoluzionaria, usando tutta la perfidia e l'assenza
di scrupoli morali di cui sono capaci per indottrinamento, riescono a soppiantare
questi reparti apolitici, uccidendo chi non vuole passare alle loro dipendenze
o facendoli cadere in imboscate.
Le montagne dell'Appennino e le Alpi sono un ottimo
rifugio per i partigiani che sfruttano i lanci di armi e viveri, terrorizzando
e depredando le popolazioni locali; defilati dalle zone di interesse militare
conducono vita brigantesca che vede come vittime militari isolati, preti,
donne, civili professionisti ed ogni persona che in un prossimo futuro
potrebbe essere d'impaccio per la proclamazione della Repubblica Sovietica
italiana. Quando saranno sottoposti alla pressione militare non esiteranno
a esporre la popolazione alle feroci e disumane rappresaglie tedesche per
suscitare quell'odio tanto voluto per costruire una storia addomesticata
e falsa dalle premesse ai particolari.
Con un immane lavoro di ricerca sui luoghi, interrogando
centinaia di persone, vincendo il terrore e l'omertà di intere popolazioni,
Pisanò è riuscito a ricostruire gli episodi più infami
che denunciano le responsabilità delle bande comuniste nell'avere
esposto le popolazioni alle rappresaglie seguite alle uccisioni di militari
germanici o alla inosservanza forzata di editti, in zona di operazioni,
ritirandosi senza accettare il combattimento con conseguente macello degli
inermi.
Le Fosse Ardeatine, la rappresaglia della Bettola,
di Sant'Anna di Stazzema, di Marzabotto, la guerra civile nel biellese,
il massacro dei fratelli Govoni sono la via Crucis di vittime schiacciate
dal sadismo e dal disprezzo comunista e dalla ottusa ferocia teutonica
incapace di distinguere i colpevoli dagli incolpevoli.
La lettura dei testo presentato èinteressante
e documentatissima. E' opportuno meditare su quanto riportato, capiremo
perché per tanti anni l'omertà e l'oblio hanno disteso una
spessa cappa sulla memoria, capiremo perché il comunismo produce
morti.
Capiremo pure che con il terrore sono state rese
succubi intere popolazioni fino al punto di legittimare come forza democratica,
comsociata all'associazione di ladri che ci ha governato, esseri demoniaci
assetati di sangue, sempre pronti all'omicidio.
NUOVO FRONTE N. 145-146 (1994) Rubrica "Leggiamo assieme"
a cura di M.Bruno.
***
Non ho motivo, rileggendo a trentadue anni di distanza la presentazione
da me scritta alla prima edizione di questo libro, di modificare minimamente
quelle righe.
Quella documentazione, che svelava per la prima volta alcune tra le
più atroci verità tenute nascoste dalla proterva menzogna
antifascista sulla guerra civile in Italia, è più che mai
valida sul piano storico e culturale, soprattutto perché il fazioso
inganno resistenzialista comincia a crollare sotto i colpi di una presa
di coscienza collettiva che sempre più esige di sapere che cosa
accadde veramente durante i seicento giorni della guerra civile, e sui
massacri che ne seguirono a opera delle bande partigiane al servizio degli
invasori angloamericani e della ideologia comunista.
Non ho quindi modificato il testo dei capitoli che seguono, fatta eccezione
per le pagine dedicate all'assassinio del segretario del fascismo repubblicano
ferrarese Igino Ghisellini (pagg. 17-36): modifica resa inevitabile dal
fatto che, in questi ultimi anni, i terroristi comunisti che la notte del
14 novembre 1943 trucidarono l'esponente fascista per scatenare con freddo
e spietato calcolo la lotta fratricida, hanno raccontato la verità,
del resto da noi chiaramente anticipata fin dalla prima edizione.
GIORGIO PISANÒ. Milano, aprile 1994
PRESENTAZIONE DELLA DICIOTTESIMA EDIZIONE
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